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CICLo AGOSTINIANo della VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

Agostino insegna ai monaci, immagine tratta dalla Vita sancti Augustini

Agostino insegna ai monaci

 

 

VITA SANCTI AUGUSTINI IMAGINIBUS ADORNATA

1450-1490

Ms. 1483, Boston, Public Library

 

Agostino insegna ai monaci

 

 

 

Quattro monaci sono seduti per terra. Agostino è invece in piedi al pulpito di legno intrecciato posto fra due alberi. Lo stile passa da una forma miniaturista ad una più ampia quasi impressionista. I monaci in parte ascoltano Agostino, in parte discutono fra di loro scambiandosi opinioni su quanto va discorrendo il santo.

Ibi sanctus Augustinus fratres suos desideratissimos filiolos dilectissimos quos pre uisceribus caritatis parturiit a et nutriuit, salutaribus documentis sedule informabat. Hoc ex quodam sermone ad fratres heremitas de informacione regularis vite, que incipit: «Fratres mei et leticia cordis mei, corona mea et gaudium meum.» Capitulum LXIII.

 

La nascita dell'Ordine agostiniano, soprattutto nel Trecento e Quattrocento, costituì un forte stimolo alla produzione iconografica che celebrava le attività e i lavori quotidiani che contraddistinguevano la vita nei monasteri medioevali. I miniaturisti e i pittori cercarono inoltre di riprodurre fedelmente i rapporti che intercorsero fra Agostino e le sue comunità monastiche con l'evidente scopo di sottolineare la continuità fra gli antichi e i contemporanei insediamenti monastici.

Agostino cura personalmente la formazione culturale e spirituale dei suoi monaci. A riprova di ciò abbiamo l'opera Le Ottantatre diverse questioni, che contiene le domande dei monaci e le risposte di Agostino. Egli non è uno studioso da tavolino dell'ideale della vita religiosa, ma un uomo che la vita monastica la vive in prima persona e proprio per tale motivo è in grado di scriverne l'esperienza.

Ciò spiega anche la modernità dell'ideale monastico di Agostino, che, con grande equilibrio e realismo, sa tenere in piedi l'austerità e la moderazione: «Moderazione e austerità, interiorità e ricerca del bene comune, amicizia schietta e ascesa costante verso Dio, autorità umile ed efficiente e fraternità sincera si fondono in essa per creare un equilibrio mirabile, quell'equilibrio sapienziale che è proprio, per dono di natura e di grazia, del Vescovo d'Ippona».

Oltre all'esperienza personale, un'altra fonte d'ispirazione è sicuramente la Sacra Scrittura con il vivo esempio della prima comunità apostolica di Gerusalemme . Nella concezione di Agostino, infatti, ogni persona che decide di entrare in convento deve assolutamente cambiare la sua identità per assumerne un'altra: quella di Cristo che è venuto per servire e, dunque, deve essere una persona nuova, che è lì per dare e non per prendere. Non è più un singolo, ma è uno insieme con gli altri: un'anima sola ed un cuore solo in Dio. «Et erat illis, anima una et cor unum in Deum» . Agostino aggiunge che è bello e dolce vivere insieme mettendo tutto ciò che si possiede a disposizione di tutti gli altri: «Et ipsi primi habitaverunt in unum, qui omnia quae habebant vendiderunt, rerumque suarum pretia ad pedes Apostolorum posuerunt» . Il monaco non può possedere nulla di suo, ma tutto deve essere dato ad ognuno secondo le sue necessità: «Et distribuebatur unicuique sicut cuique opur erat; et nemo dicebat aliquid proprium, sed erant illis omnia communia» . Nella vita di comunità, dunque, tutto è comune: il singolo, del resto, gioisce o soffre per le gioie o per le sofferenze dei suoi fratelli.

Questo significa avere un'anima sola e un cuore unico! Agostino tiene molto a sottolineare che bisogna porre l'unità a fondamento della vita del monaco e del monastero: l'unità deve essere espressione della moltitudine; l'unità di intenti deve essere espressione della molteplicità delle volontà; il desiderio unico di amare Dio deve essere espressione dei diversi desideri di entrare in dialogo con Lui, di "indiarsi". Tutti i monasteri, che Agostino fonda, hanno come modello e punto di riferimento indiscusso la prima comunità religiosa di Gerusalemme. La Regola stessa prende le mosse da quelle parole: «Vivevano in un sol cuore e in una sola anima», con l'aggiunta tutta agostiniana: "protesi verso Dio".