Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > Historia Augustini > Descrive le realtà terrestri

CICLo AGOSTINIANo della Historia Augustini

Agostino descrive le realtà terrestri, immagine tratta dalla Historia Augustini

Agostino descrive le realtà terrestri

 

 

HISTORIA AUGUSTINI

1430-1440

Manoscritto 78A 19a Kupferstichkabinett di Berlino

 

Agostino descrive le realtà terrestri

 

 

 

Il libro della scena precedente è sostituito da una scritta. Agostino è circondato da uccelli, di cui uno è posato su un albero. Una lepre corre sulla collina, un leone è seduto vicino a un coniglio, mentre un fiume scorre al centro popolato da pesci e uccelli acquatici. Sopra Agostino nel cielo una nuvola è ricolma di stelle ed è ornata da figure antropomorfe della luna e del sole. Un volo d'uccello migratore lega la terra al cielo.

 

Agostino si occupò più volte della creazione del mondo e dell'universo. In diversi punti delle Confessioni il santo ne parla, ma è soprattutto nel libro dodicesimo che affronta la questione con grande respiro. Si tratta di una lunga meditazione sui primi versetti del libro della Genesi, con una serie di domande e di interrogativi a cui cerca di darsi una risposta.

 

Sant'Agostino nell'undicesimo libro delle Confessioni si occupa di questo problema: se la creazione è avvenuta davvero come afferma il primo capitolo della Genesi, e come essa dovrebbe essere accaduta dal nulla. Egli sostiene che il mondo non fu creato da una materia qualsiasi, ma dal nulla. Dio creò la sostanza, non soltanto l'ordine e la disposizione delle cose, la Genesi a tal proposito è esplicita. La domanda che lo tormenta è: "Perché il mondo non fu creato prima?"

Perché non c'era alcun "prima". Il tempo fu creato quando il mondo fu creato. Dio è eterno, nel senso che è senza tempo; in Dio non c'è né prima né dopo, ma solo un eterno presente. L'eternità di Dio è libera da ogni rapporto con il tempo. Egli non precedette la sua creazione del tempo, perché ciò implicherebbe che Egli stesse nel tempo, mentre Egli sta eternamente al di fuori della corrente del tempo, ciò conduce Sant'Agostino alla sua teoria del tempo.

"Che cosa è allora il tempo?" si chiede. "Se nessuno me lo chiede, lo so; se cerco di spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so." Sant'Agostino è perplesso; né il passato né il futuro, ma soltanto il presente realmente è; il presente è solo un momento, e il tempo può essere misurato soltanto mentre passa.

Tuttavia, esistono realmente il tempo passato e il tempo futuro. Sembra d'esser caduti in contraddizione. La via che Agostino trova per evitare queste contraddizioni è quella di dire che il passato ed il futuro possono essere pensati solo come presente: "il passato" come memoria, e "il futuro" come attesa, e la memoria e l'attesa sono entrambe fatti presenti.

 

"Che tipo di merito aveva la materia dei corpi per esistere, anche solo invisibile e informe, dato che neppure questo sarebbe stato, se non fossi stato Tu a crearla? E dunque non poteva, non esistendo, meritare ai Tuoi occhi l’esistenza. La materia non poteva meritare in alcun modo di esistere al cospetto di Dio. Che titoli di merito aveva quell’abbozzo di creatura spirituale anche solo per fluttuare al buio, simile all’abisso, dissimile da Te, se non per essere indotta da quello stesso Verbo a volgersi verso il suo Autore e da Lui illuminata farsi luce e per uguale forma a te conforme ancorché non uguale. "

AGOSTINO, Confessioni, 13, 2, 3