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PITTORI: Irimbert da Admont

Agostino scrive i Dialoghi a Cassiciaco

Agostino scrive i Dialoghi a Cassiciaco

 

 

IRIMBERT DA ADMONT

1172-1177

Admont, Biblioteca Monastero, codex 16

 

Agostino a Cassiciaco nella villa di Verecondo

 

 

 

Questa raffigurazione miniata di Agostino si trova conservata nella Biblioteca del monastero benedettino di Admont nel Codice 16 alla pagina 20 all'interno dei Commenti biblici che scrisse il monaco Irimbert (1171-1177). Irimbert divenne in seguito abate del medesimo monastero.

La miniatura mostra Agostino in cattedra al centro con un grande libro fra le mani che tiene aperto e indica con l'indice dalla mano destra. Attorno a lui troviamo l'amico fraterno Alipio, il fratello Navigio, e gli studenti Licenzio e Trigezio. Questo personaggi insieme compaiono nei Dialoghi che Agostino scrisse a Cassiciaco durante il suo soggiorno nella villa dell'amico Verecondo mentre si stava preparando al battesimo.

Verecondo, amico e marito di una cristiana ed egli stesso intimamente già convertito, mise a disposizione di Agostino la sua villa di campagna. Sorgeva questa nel rus Cassiciacum, una località che corrisponde all'odierno Cassago Brianza, nella regione che serba ancora nel nome il ricordo dei primitivi abitanti Liguri e Celti.

Il paese, discretamente ameno, è in vista dei monti della Valsassina, ai quali possono alludere certi versi di Licenzio. Accenni di Agostino stesso al clima e alla serenità del cielo rendono probabile l'identificazione e in ogni modo impediscono assolutamente di pensare alla Bassa Lombardia. Là Agostino e i suoi amici trascorsero l'autunno e l'inverno, trattenendosi spesso, anche a lungo, all'aria aperta, sotto quel cielo di Lombardia, così bello, quando è bello, ma tanto diverso da quello dell'Africa.

E sono un discreto gruppo: Agostino, Alipio, Licenzio i e Trigezio, i cugini di Agostino, Lastidiano e Rustico, suo fratello Navigio, Monica, e il giovinetto Adeodato. Venuta la fine delle vacanze, Agostino inviò le sue dimissioni e scrisse anche ad Ambrogio, chiedendogli quali libri avrebbe potuto leggere per essere confermato nella fede.

 

 

L'abbazia di Admont è un monastero benedettino fondato nel 1074 nel 1074 da Ottocaro I di Stiria e da Gebeardo arcivescovo di Salisburgo. Nel 1152 andò subì gravi danni per lo scoppio di un grande incendio ma fu prontamente ricostruito grazie a sant'Everardo, arcivescovo di Salisburgo. I monaci di Admont obbedivano alla regola benedettina e iniziarono a collezionare manoscritti religiosi, che venivano copiati in un laboratorio all'interno del monastero. Dopo l'invenzione della stampa, la collezione si arricchì di incunaboli e di edizioni di opere rare. Con la Controriforma l'abbazia rifiorì e prese corpo un grande progetto in base al quale fu realizzata la grande biblioteca terminata nel 1776. Nel 1865 un altro incendio distrusse quasi il tutto il monastero, ma non la biblioteca: la ricostruzione iniziò subito con la costruzione della nuova chiesa progettata dall'architetto Wilhelm Bücher, in stile neogotico.

Iniziata alla metà del Settecento, la Biblioteca fu terminata nel 1776 quando era imperatrice Maria Teresa d'Austria. L'edificio è un imponente edificio in stile rococò, con dimensioni notevoli: 79 metri di lunghezza per 14 metri di larghezza. L'enorme e splendida sala è illuminata da sette eleganti cupole decorate con affreschi allegorici, che celebrano la scienza e la religione. Le pareti sono tappezzate di volumi e sono arricchite da busti di eruditi e di artisti che assieme ad evangelisti e profeti vigilano sugli studi dei monaci e dei ricercatori. Le imponenti opere di restauro hanno permesso di ripulire circa settantamila libri e altri cinquemila completamente restaurati. Oggi nella biblioteca benedettina sono raccolte 180 000 opere, fra cui 1400 manoscritti, alcuni dei quali risalgono all'VIII secolo, e 530 incunaboli.

 

 

Irimbert

Irimbert von Admont nacque intorno al 1104 e divenne abate dei monasteri di Seeon (1147-1151), Michelsberg (1160-1172) e Admont (1172-1177). Probabilmente era il fratello minore di Goffredo d'Admont e sarebbe entrato nel monastero di Admont intorno al 1111 come puer oblatus. Verso il 1147 era abate del monastero Chiemsee di Seeon una comunità di benedettini sorta verso la fine del X secolo. Irimbert figura nella lista dei testimoni in un documento dell'arcivescovo Corrado I di Salisburgo datato 3 luglio 1147 accanto agli abati della riforma del monastero di Admont. Dall'estate del 1151 Irimbert lavorò nel monastero femminile carinziano di san Giorgio am Längensee e poi anche ad Admont. Nel 1151 e nel 1152 Irimbert, mentre si occupava dei monasteri femminili di Admont, scrisse commenti sui libri dell'Antico Testamento, come i Libri dei Re. Nel 1160 i monasteri di Kremsmünster e Michelsberg lo volevano come abate, ma il monaco scelse Michelsberg, un doppio monastero nel XII secolo, che era stato fondato nel 1015 dal primo vescovo di Bamberga Eberhard I (1007-1040). Irimberto per dodici anni resse il governo dell'abbazia di Bamberga e nel 1172 si trasferì ad Admont come successore dell'abate Rodolfo. Durante la sua reggenza furono scritti solo due grandi e magnifici manoscritti: i codici 16 e 17 che contengono suoi commenti biblici.

Era un uomo di ottima cultura e tra le sue opere ancora esistenti ad Admont, vanno menzionati i suoi commenti biblici, tra cui il commento ancora inedito ai Libri dei Re, che contiene la descrizione del grande incendio scoppiato nell'abbazia di Admont nel 1152. Morì alla fine del 1177.