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PITTORI: Maestro di Palermo

Sant'Agostino vescovo nella Cappella Palatina di Palermo

Sant'Agostino

 

 

MAESTRO DI PALERMO

1130-1150

Cappella Palatina a Palermo

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

 

La scritta sanctus Augustin non lascia dubbi circa l'attribuzione di questo mosaico conservato nella Cappella Palatina di Palermo. L'opera risale al XII secolo. L'autore del mosaico è riuscito a dare personalità al santo che qui è stato rappresentato in età matura, ma giovanile nell'aspetto, con capelli corti e barba nera lunga. L'espressione del viso è autorevole e forte nello stesso tempo. In mano regge un libro sacro ancora chiuso. Indossa i vestiti da vescovo ed ha un'aureola rossa sopra la testa. L'autore del mosaico ci propone dunque un Agostino inedito e forse mai più copiato da autori successivi. La nitidezza del mosaico si riproduce anche in una maggiore luminosità del santo.

 

Il Palazzo Reale, attualmente sede del Parlamento Siciliano, custodisce uno dei più importanti capolavori d'arte normanna. È la Cappella Palatina, costruita per volontà di Ruggero II nell'arco di dieci anni a partire dalla sua incoronazione, nel 1130. L'ingresso alla chiesa è posto nella corte. Questo è anche l'unico lato visibile dall'esterno, ornato con lastre di marmo bianco incorniciate da mosaici in pietra dura. La Cappella ha forma basilicale, il pavimento è a mosaico di pietre dure e le pareti sono rivestite di marmo con riquadri a mosaico. L'altare centrale risale al 1700, nelle pareti della navata centrale sono raffigurati episodi tratti dall'antico Testamento, mentre nelle navate laterali sono narrati episodi tratti dagli Atti degli Apostoli relativi a San Piero e Paolo. Annesso alla Cappella è il Tesoro, costituito da vasellame di argento sbalzato, paramenti sacri, oggetti liturgici, urne d'argento e cofanetti preziosi.

Le "storie di David" sono il tema delle decorazioni musive poste al livello superiore e risalenti al IX secolo. Entrando nella cappella appare evidente l'impianto basilicale a tre navate, divise da archi, ogive e colonne granitiche o marmoree con capitelli di fogge varie ed elaborate. Ma ciò che più colpisce è lo sfolgorio diffuso delle stupefacenti decorazioni auree, in puro stile arabo-normanno. In fondo alle navate si apre il presbiterio, sopraelevato di cinque gradini. Sulla destra del presbiterio, un doppio ambone poggia su eleganti colonne e pilastrini. In fondo alla cappella è collocato il maestoso trono incastonato nel mosaico che decora la parete di fondo. in alto si contempla un Cristo assiso circondato dagli arcangeli Michele e Gabriele e dai santi Pietro e Paolo. Ma tutte le pareti della navata centrale, la cupola, il transetto e le absidi sono interamente ricoperti da mosaici. I mosaici della navata centrale e della cupola sono i più antichi e narrano episodi biblici tratti dal Vecchio Testamento. Nella cupola è rappresentato il Cristo Pantocratore: un'icona che contraddistingue tutti i templi normanni della stessa epoca. Le scene del presbiterio sono rivolte al clero e mirano a stimolarne la riflessione. Le decorazioni del transetto destro ruotano attorno alla figura di san Paolo ma comprendono episodi della vita di Cristo. Fra le rappresentazioni più belle spicca la Natività, con l'arrivo dei Magi. Il transetto sinistro, invece, era dedicato alla figura di san Pietro, sebbene le decorazioni originarie siano state rimpiazzate nel XIV secolo da nuove scene ispirate alla vita di sant'Andrea. Anche le immagine delle navate laterali rispecchiano la ripartizione tematica suggerita dal transetto. Ovunque, però, accanto ai motivi religiosi sono rappresentati elementi naturali, come piante e animali, e su tutto domina un firmamento fulgido di stelle.