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PITTORI: Amanuense francese

Sant'Agostino confuta Fausto manicheo

Sant'Agostino confuta Fausto manicheo

 

 

AMANUENSE FRANCESE

XII secolo

Parigi, Biblioteca Nazionale, Ms. lat. 2079, f 1v.

 

Agostino abbatte Fausto manicheo

 

 

 

 

La scena propone un tema poco frequente nella iconografia agostiniana, sia pure di grande impatto teologico ed apologetico: è l'episodio della disputa che contrappose il manicheo Fausto ad Agostino. Fra i due vi furono scambi di idee e opinioni, che furono trascritte in alcune opere di Agostino. La miniatura relativa al manoscritto Ms. lat. 2079, f 1v. conservato a Parigi la Biblioteca Nazionale, ci offre un'immagine decisamente apologetica e celebrativa del pensiero di Agostino.

La scena ci mostra Agostino sulla sinistra, in piedi mentre alza in alto un libro quasi a dimostrare a Fausto la forza delle sue idee. Fausto è accasciato a terra e tenta di controbattere alzando a sua volta un libro a dimostrazione delle sue tesi. Ma il bastone pastorale di Agostino lo costringe inesorabilmente a terra.

 

E parlerò al cospetto del mio Dio di quell'anno, il mio ventinovesimo. Era arrivato a Cartagine un vescovo manicheo di nome Fausto, gran laccio del demonio: molti vi incappavano, attratti dalla soavità del suo eloquio. E anch'io la ammiravo, distinguendola però dalla verità sostanziale, che ero avido di apprendere: perciò non badavo al recipiente del suo ragionamento ma al contenuto di conoscenza che quel Fausto, di cui parlavano tanto i suoi seguaci, aveva da offrire alla mia fame. La sua fama lo annunciava come uomo assai esperto negli studi letterari e dottissimo nelle discipline liberali.

E poiché avevo letto molte pagine dei filosofi e le avevo imparate a memoria, ne confrontavo qualcuna con le lunghe favole dei manichei, e mi pareva più plausibile, il pensiero di quelli che furono capaci di calcolare il corso del mondo, anche se non di trovare il suo Signore. Perché sei grande, Signore, e posi lo sguardo sulle cose vicine alla terra, e quelle eccelse le osservi da lontano, e non ti avvicini che a un cuore avvilito e dai superbi non ti fai trovare, neppure se la loro avida scienza sa contare le stelle e i grani della sabbia e misurar gli spazi siderali e investigare le strade degli astri.

AGOSTINO, Confessioni 5, 3, 3

 

1. Ci fu un certo Fausto di stirpe africana, cittadino di Milevi, piacevole nel conversare, avveduto per natura, seguace della setta manichea e, per conseguenza, corrotto da un nefando errore. Ho conosciuto di persona quest'uomo, come ricordo nei libri delle mie Confessioni. Costui pubblicò un volume contro la retta fede cristiana e la verità cattolica. Il volume giunse nelle mie mani e fu letto dai fratelli. Questi a loro volta espressero il desiderio e insistettero, per il diritto derivante loro dall'amore che mi lega al loro servizio, perché fornissi una mia risposta. Mi accingo pertanto a quest'impresa nel nome e con l'aiuto del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo in modo che tutti coloro che leggeranno si rendano conto che non hanno nessun valore un ingegno acuto ed un eloquio fluente se i passi dell'uomo non sono guidati dal Signore. Questo privilegio fu concesso a molti, benché tardi e deboli d'ingegno, grazie ad un segreto atto di amore da parte della provvidenza divina, mentre molti altri, forniti d'acutezza d'ingegno e di abilità oratoria, ma abbandonati dall'aiuto divino, si volsero verso questo errore con prontezza e pertinacia allontanandosi per largo tratto dalla via della verità. Ritengo quindi utile riportare a nome di Fausto le sue precise parole e a nome mio la mia risposta.

AGOSTINO, Contro Fausto Manicheo 1, 1