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PITTORI: Livio Agresti

Circoncisione di Gesù Bambino tra i santi Monica e Agostino

Circoncisione di Gesù Bambino tra i santi Monica e Agostino

 

 

LIVIO AGRESTI

1560

Terni, Museo Diocesano

 

Circoncisione di Gesù Bambino tra i santi Monica e Agostino

 

 

 

Questa tavola, conservata nel Duomo di Terni già dalla metà dell'Ottocento, era collocato in origine nella cappella del monastero agostiniano femminile di santa Monica. Questo monastero sorgeva a Terni nella parrocchia di San Nicandro, ai limiti della città, ed era stato fondato su iniziativa del vescovo agostiniano Giacomo Barba nel 1555. A questa data "domina" Nunziangela destinò la propria dote per la pala d'altare della cappella, che  commissionata all'Agresti probabilmente nel 1558, quando Nunziangela prese i voti perpetui. Il dipinto giunse in cattedrale forse nel 1747 in seguito alla soppressione del monastero. La tavola riporta una doppia iscrizione, una posta sulla base dell'altare, in cui si ricorda la committente (con la data 1555), l'altra, nel cartiglio più in basso, c'è firma e la data, 1560, di esecuzione del dipinto. La tavola appartiene alla fase della maturità artistica dell'Agresti e rappresenta una delle massime espressioni locali di quel manierismo diffusosi su impulso romano, che incominciava a tradurre i nuovi dettami dell'arte contro riformata dal Concilio di Trento. Agostino e Monica (vestita da suora) assistono con devozione e attenzione alla circoncisione di Gesù tenuto in piedi dalla Vergine con al suo fianco una anziana donna, probabilmente Anna, la mamma di Maria ricordata in un Vangelo apocrifo, il Protovangelo di san Giacomo.

 

Livio Agresti (1508-1579), nativo di Forlì, era conosciuto anche con il soprannome di Ricciutello. Artisticamente si forma in Romagna su modelli raffaelleschi, ma ben presto si impratichisce a Roma, dove risulta iscritto all'Accademia di San Luca già dal 1534. Nella capitale, tra il 1544 e il 1546, lavora con Perin del Vaga, già collaboratore di Raffaello, alla affrescatura della Sala Paolina in Castel Sant'Angelo. Risalgono a questo periodo tutta una serie di dipinti, ancora conservati ad Amelia, Narni, Lugnano in Teverina, Sangemini e Collescipoli. Nel 1665 compie un viaggio in Germania, ad Augusberg, che non sembra aver lasciato segni tangibili in un rinnovamento del suo linguaggio pittorico. Muore a Forlì nel 1579.