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PITTORI: Vittore Belliniano

Incoronazione della Vergine tra S. Pietro, S. Girolamo, S. Agostino e S. Paolo

Incoronazione della Vergine tra i santi Pietro, Girolamo,

Agostino e Paolo

 

 

VITTORE BELLINIANO

1524

Spinea, pala d'altare della chiesa Arcipretale dei santi Vito e Modesto

 

Incoronazione della Vergine tra S. Pietro, S. Girolamo, S. Agostino e S. Paolo

 

 

 

La chiesa arcipretale dei santi Vito e Modesto a Spinea conserva un'importante tela ad olio dipinta da un allievo della scuola di Giovanni Bellini datata e firmata VICTOR BELLI - 1524. L'opera raffigura l'incoronazione della Vergine tra i santi Pietro, Gerolamo, Agostino e Paolo.

Vittore Belliniano, fu un fedele allievo del maestro Giovanni Bellini, tanto che alla morte di quest'ultimo avvenuta nel 1516, ereditò la bottega e le commissioni di maggior prestigio come il Martirio di San Marco commissionato nel 1515 per la scuola Grande di san Marco e concluso nel 1526. La critica moderna, valutando la sua opera complessiva, ha definito la personalità di questo artista come quella di un pittore che tenta di aggiornare a tempi mutati il patrimonio figurativo lasciatogli dal maestro. La sua arte si caratterizza anche per le nuove e deboli aperture nei confronti di Jacopo Palma il Vecchio e Sebastiano del Piombo.

La pala d'altare di Spinea esprime già un alto livello qualitativo della sua arte.

La figura di san Pietro, in atteggiamento retorico, ricorda un'immagine del Pordenone giovanile dipinta per una pala d'altare nella chiesa di Susegana, mentre san Gerolamo richiama allo stesso modo al medesimo soggetto dipinto da Giovan Girolamo Savoldo dopo il 1520, per la chiesa di S. Nicolò a Treviso. Anche l'angelo che suona il liuto ricorda in modo speculare lo stesso soggetto dipinto da Belliniano per la chiesa arcipretale di Zero Branco.

Ma la pala di Spinea è piena anche di richiami alle opere di Giovanni Bellini: le sculture dei troni a forma di grifi sono confrontabili con quelle della Continenza di Scipione della National Gallery di Washington, come pure l'atto di incoronazione della Vergine, è imitato da un medesimo soggetto dipinto dal Bellini per la chiesa di san Francesco a Pesaro.

Il critico e storico dell'arte Giovan Battista Cavalcaselle (1820-1897) ne diede una lettura critica assai penetrante, vedendo agganci nelle fisionomie delle figure alle tipologie di Cima da Conegliano e di Girolamo da Santa Croce e, negli atteggiamenti, a Palma il Vecchio e a Sebastiano del Piombo. Altre opere di Belliniano sono conservate nell'Accademia Carrara di Bergamo, alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, nella Scuola Grande di San Marco a Venezia, al Museo Civico di Feltre, all'Accademia Carrara di Bergamo, al Museo Civico di Rovereto.

 

 

Vittore Belliniano

Vittore di Matteo, più noto come Vittore Belliniano (ca. 1456 - 1529) è stato attivo nei primi decenni del XVI secolo. Figlio di Matteo, allievo di Gentile Bellini, alla morte di quest'ultimo nel 1516 ne ereditò la bottega e soprattutto collaborò lungamente con il fratello di Gentile, Giovanni Bellini. La sua prima opera certificata e risalente al 1505 è il ritratto del maestro eseguito nel perfetto stile gentiliano. Due anni dopo aiutò Giovanni Gentile nei lavori alla Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale a Venezia. Nel 1518 realizzò il Ritratto di un giovane che implora il Crocifisso e due anni dopo firmò la Sacra conversazione consegnata alla Chiesa di San Nicolò a Treviso. Nel 1521 eseguì una delle sue opere più significative, il Ritratto di gentiluomo, di buon valore artistico contraddistinto da un pregevole gioco di luci e ombre in stile cinquecentesco. Nel 1526 consegnò e firmò la maestosa tela del Martirio di S. Marco, commissionata a Giovanni Gentile dalla Scuola Grande di San Marco veneziana, ma non terminata dal maestro.