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PITTORI: Andrea de Passeri

La Madonna con il Bambino, Agostino, Monica, san Nicola e Maddalena Albricci

La Madonna con il Bambino, Agostino, Monica, questi

san Nicola e Maddalena Albricci

 

 

ANDREA DE PASSERI

1500 circa

Como, chiesa di sant'Agostino

 

La Madonna con il Bambino, Agostino, Monica, san Nicola e Maddalena Albricci

 

 

 

L'accesso alla chiesa di sant'Agostino è possibile grazie ad un'ampia scalinata che immette a un portone a due battenti, con rivestimento in rame, i cui motivi ornamentali sono completati in alto, nel lunotto, da un affresco raffigurante la Madonna con Gesù Bambino, affiancata da Agostino e Monica sulla sinistra e da S. Nicola da Tolentino e la beata Maddalena Albricci sulla destra.

L'attribuzione a un Recchi (bottega attiva nel primo Seicento) dell'affresco è improbabile, quantunque abbia lavorato per diversi anni sia nella chiesa che nel convento. L'autore va certamente cercato tra frescanti cinquecenteschi, e precisamente in Andrea de Passeri, come si evince dalla testimonianza del vescovo Ninguarda che scrisse, durante una sua visita pastorale sul finire del Cinquecento: ianua est lapidea rubri et albi coloris cuius frontispitio depicta Beatissima Virgo filiolum sinu fovens, cum sanctis Ordinis Augustiniani ad dextram et ad sinistram.

Agostino vi è stato dipinto come vescovo piuttosto attempato, con una lunga barba, il bastone e un libro in mano in atto di invitare l'osservatore al raccoglimento e all'attenzione. La pitture di Passeri è connotata da espressioni affettuose e al tempo stesso da tratti più duri, anticlassici, di stile ferrarese, che risalivano al periodo di formazione del pittore.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)