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PITTORI: Antonio Allegri

Agostino e San Giovanni

Agostino e San Giovanni

 

 

ANTONIO ALLEGRI detto il CORREGGIO

1520-1521

Parma, Abbazia di san Giovanni Evangelista

 

Agostino e San Giovanni

 

 

 

Antonio Allegri detto il "Correggio" nasce a Correggio, da Pellegrino e Bernardina Piazzoli degli Ormani, nella seconda metà del Quattrocento. Il Correggio dipinse questo bel sant'Agostino su una vela della volta della Abbazia di San Giovanni a Parma. Agostino, dal viso maturo, con la barba e i capelli biondi, ha una espressione severa e attenta a quanto sta indicando san Giovanni che siede poco discosto da lui. Entrambi hanno in mano dei libri e dalla gestualità di san Giovanni, che indica tre dita, sembra di poter arguire che i due stanno discutendo della Trinità. Questa accoppiata fra Agostino e Giovanni è frequente nella iconografia agostiniana, soprattutto perché entrambi furono innamoratissimi di Gesù e della Verità. Un'aquila sta sotto i piedi di Giovanni, mentre un angioletto regge allegramente una nuvoletta sotto i loro piedi.

La pittura fa parte di un programma iconografico piuttosto complesso noto come il transito di San Giovanni: si tratta di un affresco di cm 940 x 875 realizzato tra il 1520 ed il 1521 dal Correggio per la cupola della chiesa di San Giovanni Evangelista a Parma. La cupola affrescata da Correggio in San Giovanni rappresenta l'incontro tra Cristo e san Giovanni evangelista negli ultimi istanti della vita di quest'ultimo. Cristo, raffigurato dal Correggio in un moto discendente, viene a chiamare il "discepolo amato" e lo invita ad unirsi alla sua mensa celeste insieme agli altri apostoli. In passato l'opera è stata talvolta letta erroneamente come la visione di Cristo che san Giovanni evangelista ebbe in esilio sull'isola di Patmos.

Nella cupola usa lo sfondato, cioè simula un cielo aperto con le monumentali figure degli apostoli a fare da corona, seguendo il perimetro della cupola, al Cristo sospeso a mezz'aria. L'eliminazione di ogni elemento architettonico e il tono cromatico forte e violento accrescono la suggestione della scena.

 

 

Allegri Antonio

Il giovane Correggio accoglie le suggestioni chiaroscurali leonardesche e da Raffaello acquisisce l'uso dello sfumato, creando immagini dai contorni volutamente indefiniti. È anche partecipe, nel segno di una grandissima apertura culturale, dell'esperienza dei veneziani e dei ferraresi, Cima da Conegliano, Costa, Dossi, e degli artisti nordici, Dürer e Altdorfer. Fino al 1520 circa Correggio è autore di dipinti di piccole dimensioni, destinati per lo più alla devozione privata, ad eccezione di una perduta pala della Madonna di Albinea e di un Riposo durante la fuga in Egitto con San Francesco, che chiude il primo periodo della sua carriera. Il secondo periodo della vita del Correggio si concentra a Parma, dove è attivo a partire dal 1520. Ormai affermato e stimato dalle corti padane, trascorre gli ultimi anni di vita nel tentativo di esaudire le numerose richieste di opere che gli provenivano da molti signori locali ed in particolare da quelle mantovane.

Rientrato in patria, Correggio vi muore improvvisamente il 5 marzo 1534. Il giorno seguente viene sepolto in San Francesco a Correggio vicino al suo capolavoro giovanile, la celebre pala di San Francesco oggi a Dresda.