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PITTORI: Francucci Innocenzo

Agostino e santi ai piedi del crocefisso

Agostino e santi ai piedi del crocefisso

 

 

FRANCUCCI INNOCENZO detto INNOCENZO DA IMOLA

1539

Bologna, chiesa del Santissimo Salvatore

 

Agostino e santi ai piedi del crocefisso

 

 

 

Nella cappella dedicata un tempo alla famiglia Orsini ed oggi a quella dei Beccatelli, si trova sul settimo altare a sinistra, una tavola che raffigura la crocifissione, dove l'immagine centrale del Cristo si trova fra la Beata vergine Maria e san Paolo da una lato e i santi Agostino e Giovanni dall'altro.

Malvasia a proposito di questo dipinto di Innocenzo da Imola (1494-1550) scrive: "Nella Cappella Orsoni della chiesa del santo Salvatore il famoso crocifisso è circondato da quattro santi, la cui bellezza è dovuta alla esattezza del disegno e alla vivacità dei colori."

Il quadro viene citato anche da Vasari nella descrizione della vita di Bartolomeo Bagnacavallo.

La cappella era di proprietà della famiglia Orsoni - come ricordano le due iscrizioni ai lati dell'ancona - poi è passata sotto il giuspatronato dell'antica famiglia senatoria dei Beccadelli, il cui stemma - un arto alato di uccello - è posto ai lati dell'ancona. La pala è datata e firmata dall'autore: "Innocentius Franchutius Imolensis faciebat MDXXXIX" (Innocenzo Francucci imolese fece 1539).

 

Tutti santi nella tavola di Francucci sono disposti in piedi sotto la croce: due, san Paolo e Giovanni, hanno lo sguardo rivolto a Gesù, mentre la Vergine e Agostino hanno il volto reclinato verso il basso. Agostino sembra intento a scrivere con vigore su un libro che tiene fra le mani. Indossa il piviale episcopale, con il bastone pastorale appoggiato alla spalla destra, ma non porta in testa la mitra: ha un aspetto vegliardo, calvo e con una fluente barba grigiastra.

L'opera nel suo complesso evidenzia quanto Francucci abbia ampiamente acquisito lo stile raffaellesco che, nella semplificata chiarezza dei personaggi sotto la croce, sembra un'anticipazione della pittura della Controriforma, che doveva essere in grado di divulgare le verità di fede al popolo e non chiusa in ambienti ristretti.

Per tutta la sua carriera Francucci ha realizzato una copiosissima produzione di piccoli dipinti per la devozione privata che ha contribuito a diffondere la sua fama. Tali dipinti, che ripropongono sovente con minime variazioni gli stessi modelli, furono ampiamente replicati, con differenti esiti espressivi, all'interno della bottega e anche da imitatori delle fortunate soluzioni proposte da Francucci.

 

 

Innocenzo di Pietro Francucci da Imola

Questa artista figlio dell'orafo Pietro è abitualmente conosciuto come Innocenzo da Imola. Nacque probabilmente a Imola verso il 1490. Dopo aver fatto apprendistato in età giovanile nella bottega paterna, nel 1506 si trasferì a Bologna per studiare pittura. Carlo Cesare Malvasia afferma che in questa città a partire dal 1508 fu introdotto nella bottega di Francesco Francia. Secondo la testimonianza di Vasari Innocenzo si sarebbe quindi trasferito a Firenze, dove nel 1510 lavora sotto la guida di Mariotto Albertinelli. Fra i suoi primi lavori ricordiamo la pala che raffigura la Vergine con il Bambino e i Santi Sebastiano, Rocco, Cosma e Damiano firmato e datato 1515. All'anno seguente va riferita La Madonna con il Bambino e i Santi Giovanni, Apollinare e Caterina e un Vescovo: entrambe le opere sono realizzate a Imola. Il primo si trova nella Chiesa arcipretale di Bagnara, mentre il secondo è ubicato nella Chiesa sant'Apollinare a Casola Valsenio, nei pressi Imola. A Bagnara, in collezione privata, è conservata una tempera su tavola databile al 1515, che rappresenta una Sacra Famiglia. Nel corso della sua attività realizzò numerosi affreschi e pale d'altare a carattere religioso, dove mostra di aver assimilato la novità dei modi e della misura compositiva della maturità di Raffaello. Nella Palazzina della Viola a Bologna sono conservati cinque suoi affreschi a carattere mitologico, le sole opere che di lui conoscono con tematiche secolari. Al termine del 1517 Francucci ottenne la prima importante commissione bolognese per il convento olivetano di S. Michele in Bosco comprendente gli affreschi del coro notturno, con l'Annunciazione, l'Assunzione e il Transito della Vergine, la pala con S. Michele arcangelo per la quale ottenne il saldo di pagamento nel 1522 e gli affreschi con la Resurrezione e un Profeta. Fra i suoi allievi troviamo Francesco Primaticcio, Prospero Fontana, e Pietro Lamo. Tra le sue maggiori esecuzioni ricordiamo l'affrescatura completa della chiesa di Santa Maria Dei Servi a Bologna. Innocenzo Francucci morì a Bologna nel 1550.