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PITTORI: Froben Ambrogio e Aurelio

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

FROBEN AMBROGIO E AURELIO

1570

Basilea, De civitate Dei edizione dei fratelli Froben

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

L'immagine che raffigura il santo vescovo di Ippona è tratto da una edizione della sua celeberrima opera De ciuitate Dei, libri XXll che fu pubblicata a Basilea dai fratelli Ambrosium et Aurelium Frobenios nel 1570.

La sontuosa e ben articolata cornice del frontespizio inciso ritrae Agostino mentre è seduto di fronte ad uno scrittoio in atto di scrivere.

In questa stampa Agostino è presentato come uno dei quattro Dottori della Chiesa assieme a Girolamo, Ambrogio e Gregorio, che sono disegnati ciascuno in una nicchia autonoma. In basso si legge la marca tipografica dei fratelli Froben inscritta in un cerchio: due mani escono da due nuvole sorreggendo un caduceo con due serpenti simmetricamente intrecciati che ospitano un volatile. E' lo stemma utilizzato anche dal capostipite Johann o Johannes (1460-1527) e da suo figlio Hieronimus Froben.

Nella corona esterna al cerchio si legge il motto "Phronei aglos. Sape simpliciter".

La cornice è del tutto nuova e compare per la prima volta in questo volume. Agostino è raffigurato di spalle e mentre sta scrivendo con una penna su un libro aperto, improvvisamente si gira con la testa per guardare il piccolo bambino ignudo che sta giocando con un cucchiaio. Il santo che indossa i paramenti episcopali, ha un volto meravigliato e osserva quasi incredulo il bambino che alza la testa verso di lui quasi a volergli dire qualcosa.

L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del mistero della Trinità, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.

Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.

"Perché Dio non vuole essere capito?" avrebbe domandato il Santo al pargolo divenuto improvvisamente pensieroso. "Te lo dimostro subito" rispose il bambino dopo un momento di perplessità e così, mentre parlava, con il secchiello divenuto improvvisamente grandissimo e mostruoso, in un sol colpo raccolse l'acqua del mare, prosciugandolo, e la pose nella buca, che si allargò a dismisura fino ad inghiottire il mondo. A quella vista il Santo si svegliò con le lacrime agli occhi e capì.

 

 

 

Froben Ambrogio e Aurelio

Sono discendenti di una dinastia di stampatori di Basilea la cui attività fu avviata da Johann Froben, che impiantò una officina tipografica nel 1491. A quell'epoca aveva ormai già completato la carriera universitaria a Basilea. In questa città conobbe il famoso tipografo Johann Amerbach eavviò una feconda produzione di testi di autori antichi e moderni fra cui Erasmo da Rotterdam.