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PITTORI: Orlando Merlini

Sant'Agostino e sant'Ubaldo

Sant'Agostino e sant'Ubaldo

 

 

MERLINI ORLANDO

1503

Gubbio, Palazzo dei Consoli

 

Sant'Agostino e sant'Ubaldo

 

 

 

L'affresco attribuito a Orlando Merlini nel palazzo dei Consoli di Gubbio con Sant'Ubaldo e Sant'Agostino che reggono il vessillo di Gubbio (1503 circa) associa le figure dei due santi per celebrare allegoricamente il ritorno di Gubbio a Guidubaldo da Montefeltro e la liberazione della città dall'occupazione di Cesare Borgia, detto il Valentino, evento verificatosi il 28 agosto del 1503. Questo fatto era ricordato in una iscrizione in calce all'affresco, ora perduta ma nota tramite un documento del 1605.

L'iscrizione riportava un breve testo di Sant'Agostino: "Quando si celebrava il mio natale / Questa città tornò sotto e l'ale / Di quel Signore, che solo Dio gli dé, / E fu data repulsa a l'animale /Che n'era possessore di mala fé / Che tenuta l'avea [...] mesi, e un anno / Parte per forza e parte per inganno". Cfr. E.A. Sannipoli, L'affresco della restaurazione feltresca in "Gubbio Arte", IV, 1986, nn. 4-6, pp. 3 Agostino e Ubaldo sono entrambi vestiti in abiti vescovili, segno della loro dignità episcopale. Tutti e due reggono con le mani il vessillo della città di Gubbio, che si stende alto nel cielo. Hanno un viso senile, una folta barba grigia e un'espressione compassionevole e forte.

 

Agostino alle volte viene raffigurato con altri santi che hanno un'importanza di grande significato a livello locale. Nel caso di Gubbio troviamo sant'Ubaldo, patrono della città: Ubaldo Baldassini nacque a Gubbio nel 1085 e si formò nella Canonica di S. Secondo. Nella collegiata di San Secondo lo scopre Giovanni da Lodi, già monaco per quarant'anni a Fonte Avellana (Marche), poi vescovo di Gubbio per un anno solo, l'ultimo della sua vita. Prende Ubaldo come collaboratore e lo rimanda proprio a San Mariano. Fu ordinato vescovo della città nel 1128 e in morte gli si attribuiscono profezie, miracoli, lo si proclama patrono, e già nel 1192 il papa Celestino III lo canonizza. Amato dai suoi concittadini, seppe ricomporre le dispute politiche e civili, dimostrando di essere un ottimo stratega. La sue doti di fermezza e di bontà prepararono un terreno fertile alle proposte di san Francesco.

Il corpo, dapprima sepolto in cattedrale, nel 1194 viene trasferito in una chiesa sul monte Ingino. Ogni anno Gubbio festeggia Ubaldo con solenni riti religiosi e con una manifestazione all'aperto che unisce fede, gioia e fantasia: la notissima "corsa dei ceri", che sono tre "macchine" di legno con i loro portatori in costume, trascorrenti nelle vie cittadine a passo di corsa, per salire poi sul monte Ingino, il luogo che custodisce i resti del patrono.