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PITTORI: Montorsoli Giovanni Angelo

L'altare con Agostino e i Dottori della Chiesa

L'altare con Agostino e i Dottori della Chiesa

 

 

MONTORSOLI GIOVANNI ANGELO

1558-1561

Bologna, chiesa di Santa Maria dei Servi

 

Agostino con i Dottori della Chiesa

 

 

 

Nel 1557 il Montorsoli, che s'era già "sfratato", dovette ritornare, in obbedienza all'ordine di Paolo IV, alla disciplina del convento. Il rigore successivo al Concilio di Trento e alla Controriforma lo aveva costretto a porre fine alle sue peregrinazioni e a tornare alla vita in convento a Firenze e dal 1559 al 1561 a Bologna, dove fu impegnato nell'esecuzione dell'altare principale della chiesa dei Servi. Questa fu l'ultima opera di Montorsoli realizzato in soli 28 mesi. Nell'altare maggiore della chiesa bolognese spiccano varie sue statue. Il tabernacolo marmoreo raffigura Cristo risorto tra la Vergine e san Giovanni Battista, con i santi Pietro e Paolo. Nella facciata posteriore sotto la scena centrale del Cristo crocifisso troviamo nella predella le immagini a mezzo busto dei quattro Dottori della Chiesa. A sinistra sono scolpite le figure di Gerolamo e papa Gregorio Magno. A destra, separati da una coppia di angeli, seguono le immagini di Ambrogio ed Agostino. Entrambi indossano i paramenti episcopali con la mitra sul capo. I due santi sono in colloquio fra di loro quasi stessero discutendo di un passo della pagina del libro che tengono aperto.

Riaffiora in queste statue la vena del manierismo più atono e disincantato, nel suo tono cupo e anonimo, senza più slanci o ardore di fantasia. Nel corso della sua attività artistica, nei momenti più felici, questa vena era sommersa dal festoso impegno decorativo e da un aggancio convinto alle forme classiche, ma in quest'ultimo periodo le sue composizioni definiscono questo trapasso involutivo e di decadenza. Le molte sculture dell'altare dei Servi sono complessivamente aride e compassate.

Di quest'opera ne parla con lode Giorgio Vasari. "... Ma ancor che avesse deliberato il frate di volere il rimanente della vita spendere in servigio di Nostro Signore Dio e dell'anima sua e starsi quietamente in pace, godendosi un cavalierato che s'era serbato, non gli venne ciò fatto così presto, perciò che, essendo con istanzia chiamato a Bologna da maestro Giulio Bovio, zio del vascone Bovio, perché facesse nella chiesa de' Servi l'altar maggiore tutto di marmo et isolato, et oltre ciò una sepoltura con figure e ricco ornamento di pietre mischie et incostrature di marmo, non poté mancargli, e massimamente avendosi a fare quell'opera in una chiesa del suo Ordine. Andato dunque a Bologna e messo mano all'opera, la condusse in ventotto mesi, facendo il detto altare, il quale da un pilastro all'altro chiude il coro de' frati tutto di marmo dentro e fuori con un Cristo nudo nel mezzo di braccia due e mezzo e con alcun'altre statue dagli lati. È l'architettura di quest'opera bella veramente, e ben partita et ordinata, e commessa tanto bene, che non si può far meglio ..."

 

 

La prima struttura della attuale chiesa fu fondata nel 1346 come chiesa dell'ordine dei Servi di Maria, grazie ad una importante donazione del ricco banchiere e signore di Bologna Taddeo Pepoli. La chiesa primitiva, probabilmente progettata dall'architetto bolognese Antonio di Vincenzo, fu terminata nel 1383. Dal 1386 si avviarono tuttavia nuovi lavori di ampliamento ed abbellimento, su disegno di padre Andrea Manfredi da Faenza, generale dell'ordine. Nel Seicento fu ricavata una sacrestia da una delle cappelle laterali. Il campanile fu eretto nel 1453. Nel 1802 la chiesa dei Servi divenne parrocchia e a seguito della Restaurazione, nel 1815 i Servi di Maria poterono rientrarne in possesso dopo l'esproprio in età napoleonica. Nel marzo del 1954 venne elevata alla dignità di Basilica Minore da papa Pio XII.

 

 

Montorsoli Giovanni Angelo

Giovanni Angelo Montorsoli nacque a Firenze nel 1507. Fece il tirocinio, attento principalmente alle forme di Iacopo Sansovino, nella bottega del fiesolano Andrea Ferrucci. Non aveva ancora vent'anni quando si trasferì a Roma per lavorare nella fabbrica di San Pietro, tuttavia poco dopo fece ritorno a Firenze per lavorare con Michelangelo nella costruzione della sagrestia di San Lorenzo. Verso i trent'anni si ritirò prima nell'eremo di Camaldoli e poi alla Verna; passò quindi ai Gesuati; ma siccome costoro non venivano ammessi al Sacerdozio, entrò fra i Servi di Maria di Firenze, e nel 1532 venne ordinato Sacerdote. Proprio nel 1532 è fra i collaboratori che l'ormai anziano Michelangelo chiama con sè a Roma. Montorsoli ha appena 25 anni ed è un frate dell'Ordine dei Servi dell'Annunziata, che si era già fatto notare per il suo talento a Firenze. Realizzò vari monumenti funerari fra cui la tomba di Mauro Mafferi (1537) nel Duomo di Volterra e la tomba di Andrea Doria (1541) nella chiesa di San Matteo a Genova. Dopo un periodo fiorentino contraddistinto da polemiche con Baccio Bandinelli, si stabilì a Messina tra il 1547 e il 1557 dove era stato chiamato dal Senato Messinese. In questa città, sulla piazza del Duomo, costruì la fontana di Orione allo sbocco dell'acquedotto del Camaro fra il 1547 e il 1551, in collaborazione con il messinese Domenico Vanello. Montorsoli ebbe pure l'incarico di edificare la nuova chiesa di S. Lorenzo. Ritornato a Firenze, diede nuova vita all'antica Compagnia dei Pittori e ottenne dai suoi Confratelli la Cappella del Capitolo "per sepoltura sua e degli artisti che morissero a Firenze senza avere sepoltura propria". In essa, il Montorsoli trovò sepoltura nell'agosto del 1563. Fu fondatore dell'Accademia del Disegno in Firenze.