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PITTORI: Bartolomeo Passarotti

Madonna con Bambino in trono, sant'Antonio Abate, san Nicola di Bari, sant'Agostino, santo Stefano, san Giovanni Battista e committenti

Madonna con Bambino in trono, e i santi Antonio Abate, Nicola di Bari, Agostino, Stefano, Giovanni Battista

e committenti

 

 

PASSAROTTI BARTOLOMEO

1564-1565

Bologna, Chiesa di S. Giacomo Maggiore, cappella dei Gargiolari

 

Madonna con Bambino in trono, sant'Antonio Abate, san Nicola di Bari, sant'Agostino, santo Stefano, san Giovanni Battista e committenti

 

 

 

Passarotti Bartolomeo (1529-1592) è l'esecutore di questa pala d'altare che si conserva a Bologna, Chiesa di S. Giacomo Maggiore, cappella dei Gargiolari, sesta a destra e che raffigura una Madonna con Bambino in trono, Sant'Antonio abate, San Nicola, Sant'Agostino, Santo Stefano, San Giovanni Battista e i due coniugi committenti. La Madonna con Bambino si trova al centro di un'imponente architettura inquadrata tra due colonne ai cui piedi si trovano i diversi santi che ravvivano la scena. Attorno a lei, in una posizione inferiore, troviamo i santi e i due committenti inginocchiati.

In quest'opera sono assai vivi i riflessi dell'arte di Correggio, specialmente di due suoi dipinti, entrambi un tempo a Modena, ed ora alla Pinacoteca di Dresda, La Madonna di san Sebastiano e la Madonna di san Giorgio. Da essi il Passarotti ha derivato gli atteggiamenti della Madonna con il Bambino, collocato su un alto seggio. La partitura architettonica che inquadra la sacra conversazione del Passarotti è severa, così come controllata è la disposizione, studiatamente a piramide, delle figure. L'influsso di Correggio si limita ad una serie di richiami morfologici che vengono orientati verso una interpretazione conforme agli ideali della tradizione tosco-romana, che l'autore aveva assimilato soprattutto a Roma durante il periodo della attività svolta assieme a Taddeo Zuccari. L'opera fu molto ammirata dato che era improntata ad un colorismo assai più algido di uanto non si trovi in Correggio e temperato dai valori di chiaroscuro. La stesura del colore è stata attuata mediante una fattura grassetta e libera, assai più che nei suoi colleghi bolognesi del tempo.

La cappella con l'altare dedicato a santo Stefano e a sant'Antonio venne consegnata a Giulia Brigola il 19 settembre 1564. La tavola fu dipinta dal Passarotti verosimilmente nel corso dell'anno seguente, come si può evincere dal Libro Economico Antico, ms. di Cherubino Ghirardacci nell'Archivio di Stato di Bologna.

 

 

Bartolomeo Passarotti

Bartolomeo Passerotti o Passarotti (Bologna, 1529 - 1592) tra il 1550 e il 1555 fu a Roma al seguito del Vignola e poi presso Taddeo Zuccari (1555-57 o 1560). Nel 1560 si stabilì a Bologna mantenendosi in contatto con l'ambiente romano. Nel 1564-1565 eseguì la pala raffigurante la Madonna e santi per la chiesa bolognese di San Giacomo Maggiore.

In questa, come nella prime opere si orientò verso la tradizione pittorica emiliana di Correggio, Parmigianino e Nicolò dell'Abate, unitamente ai modi di Pellegrino Tibaldi e alle suggestioni fiamminghe. Nelle opere successive l'artista si indirizzò verso i modelli tosco-romani di Giorgio Vasari e di Prospero Fontana (Adorazione dei Magi: Bologna, Palazzo Arcivescovile; Madonna in gloria con i santi Petronio e Pietro martire, 1570 circa: Bologna, basilica di San Petronio). Del 1583, ultima opera documentata, è la Presentazione di Maria al Tempio (Bologna, Pinacoteca Nazionale).

I dipinti religiosi che costituivano la base del suo successo sono piuttosto convenzionali; oggi è ricordato soprattutto per le sue pionieristiche scene di genere che raffigurano macellerie (uno dei pochi esempi rimasti è conservato presso la Galleria Nazionale, Roma). Esse riflettono l'influenza dei pittori nordici come Aertsen che con il loro vivace spirito di osservazione segnarono una rottura con il predominante manierismo.

Annibale Carracci (il cui fratello Agostino studiò con Passarotti) venne influenzato da queste scene di genere all'inizio della sua carriera, anche se il suo approccio era più serio. Oltre alle opere religiose e di genere, Passerotti dipinse eccellenti ritratti. Suo figlio Tiburzio (...-1612 circa) imitò il suo stile ed ebbe a sua volta due figli artisti, Gaspare e Archangelo.