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PITTORI: Salimbeni Ventura

Battesimo di Agostino

Battesimo di Agostino

 

 

VENTURA SALIMBENI

1595-1599

Parigi, Museo del Louvre

 

Battesimo di Agostino

 

 

 

Questo disegno di Ventura Salimbeni è conservato a Parigi nel Museo del Louvre nella Sezione dei disegni e delle miniature di grande formato.

La scena descritta nel tondo raffigura l'episodio del battesimo milanese di Agostino. Il santo è inginocchiato davanti al vescovo Ambrogio assieme all'amico Alipio e al figlio Adeodato. Hanno il capo reclinato in segno di penitenza e aspettano l'intervento di Ambrogio. una gran folla di fedeli e chierici assistono con fervore e compunzione allo svolgersi della scena.

Milano fu la tappa decisiva della conversione di Agostino. Qui ebbe l'opportunità di ascoltare i sermoni di Ambrogio che teneva regolarmente in cattedrale, ma se le sue parole si scolpivano nel cuore di Agostino, fu la frequentazione con un anziano sacerdote, san Simpliciano, che aveva preparato Ambrogio all'episcopato, a dargli l'ispirazione giusta; il quale con fine intuito lo indirizzò a leggere i neoplatonici, perché i loro scritti suggerivano "in tutti i modi l'idea di Dio e del suo Verbo". Dopo l'episodio del "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14

 

 

Salimbene Ventura

Ventura figlio di Arcangelo Salimbeni è noto anche con il soprannome di Cavaliere Bevilacqua. Nato a Siena nel 1568 fu pittore e incisore manierista, uno degli ultimi rappresentanti della scuola senese rinascimentale.

Salimbeni si formò artisticamente a Siena studiando con il fratellastro Francesco Vanni sotto la guida del padre Arcangelo Salimbeni.  Prima di trasferirsi a Roma nel 1588, chiamato da da papa Sisto V per realizzare un affresco per la Biblioteca Vaticana, probabilmente fece alcuni viaggi nel nord Italia.

Di temperamento esuberante, Salimbeni fu un artista produttivo e molto apprezzato, conosciuto e molto richiesto in tutta Italia. Dopo l'esperienza lombarda, Ventura si recò a Roma dal 1588 al 1593. Qui conobbe la scuola dei manieristi e fu influenzato dalla pittura di Federigo Barocci. Sensibile al gusto del colore raffinato e leggiadro, alle preziose fantasie del Beccafumi, Ventura si impadronì molto bene dela tecnica del Barocci.

A Roma lavorò per le chiese di S. Agostino, di S. Giovanni in Laterano, al Gesù in S. Maria Maggiore. Lasciò inoltre alcuni dipinti in un salone della Biblioteca vaticana. Si trasferì in seguito a Perugia al servizio dei Cardinali Sforza e Bevilacqua e nel 1600 il Cardinale Bevilacqua, lo nominò Cavaliere dello Sperone d'Oro concedendogli il cognome. Da allora Salimbeni venne conosciuto anche come il "Cavalier Bevilacqua". A Siena tra il 1595 e il 1602 dipinse la volta della Compagnia della Trinità, nel 1600 realizzò gli affreschi con "Storie di S. Giacinto" nella chiesa di santo Spirito. Nel 1602 concluse gli affreschi con "Storie di S. Bernardino" nell'Oratorio inferiore di S. Bernardino. Salimbeni eseguì opere importanti anche a Lucca, Pisa (1603), Genova (1610-1611), Foligno, Firenze (1603) e Ferrara.