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PITTORI: Stefano Sparano

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

STEFANO SPARANO

1509

Padula, chiesa di sant'Angelo

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Il dittico su tavola, attribuito a Stefano Sparano, raffigura san Giovanni Evangelista e sant'Agostino. L'opera, che è conservata nella sacristia della chiesa di sant'Angelo a Padula, è sormontata da una robusta trabeazione ed è divisa da tre lesene che presentano decorazioni dorate a rilievo. La struttura iconografica rivela, nell'accostamento non inusuale dei due santi, l'intenzione di tradurre figurativamente la verità e continuità del messaggio evangelico che, incarnato da san Giovanni, trova esatta riaffermazione nel pensiero e nell'autorità di sant'Agostino. L'opera si trova nella chiesa di Sant'Angelo a Padula ed è datata 1509. Misura cm 240 x 193 ed è un dipinto ad olio su tavola.

Leone de Castris ha accresciuto il corpus dello Sparano attribuendogli proprio questo dittico, come parte di un polittico più ampio, datato sulla predella 1509, proveniente dalla chiesa di S. Agostino a Padula.

Stefano Sparano emerge artista dalla personalità ingegnosa, bizzarra e sottile, la cui poetica si dispiega, nell'uso simultaneo di arcaismi e nei profili aguzzi dai bilanciati contorni. Agostino è raffigurato a mezzo busto nelle sue vesti episcopali. Con la mano sinistra regge il bastone pastorale, mentre con la destra alza la mano benedicente. In testa una elegante mitra conferisce una vena autorevole al volto del santo, dall'aspetto giovanile e con una folta barba che gli incornicia il viso.

 

 

Stefano Sparano

Nacque a Caiazzo e il primo documento che attesta la sua attività risale al 1506. Sparano avviò la sua bottega a Napoli e prese con sé dei giovani apprendisti. La sua carriera è costellata da una produzione abbondante per una clientela che si estendeva dal napoletano fino alle province cilentane e lucane. Gran parte delle sue opere purtroppo sono distrutte o disperse.

Delle opere di Sparano, oltre al famoso trittico nella chiesa di S. Antonio a Portici (1513), è stata riconosciuto dagli studiosi anche il polittico che gli fu commissionata dal monastero dei SS. Pietro e Sebastiano a Napoli. Perduta o distrutta è invece un'altra opera citata nei documenti del 1509, che venne commissionata al pittore dall'abate Tommaso Sersale per una cappella del Duomo di Sorrento.

Francesco Abbate attirbuì a Sparano sei nuove opere: la Madonnna col Bambino tra i SS. Giacomo e Margherita e l'Annunciazione, collocati nel duomo di Piedimonte Matese; una icona nella chiesa dell'Annunziata ad Aversa raffigurante la Madonna col Bambino e le SS. Caterina d'Alessandria e Maddalena e, infine due Sante conservate nella Pinacoteca dei Gerolomini a Napoli.

Stefano Sparano fu un pittore dalla grande personalità, attento, dinamico, discretamente attuale per la sua epoca. Del pittore va apprezzato l'uso dei colori vivaci, le particolareggiate descrizioni, il delicato languore dei volti, le vesti svolazzanti e lievi, la gamma di colori aspri. Col suo stile dolce e soave riuscì a influenzare lo sviluppo dell'arte meridionale del Cinquecento.