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PITTORI: Giovanni Todisco

Sant'Agostino vescovo

Sant'Agostino vescovo

 

 

GIOVANNI TODISCO

1540-1550

Montescaglioso, Abbazia San Michele Arcangelo, Biblioteca

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

L'abbazia benedettina di San Michele Arcangelo ubicata presso Montescaglioso, conserva la grande e maestosa mole del Cenobio. La struttura, assai interessante per i suoi pregi architettonici, esisteva già nel 1078, ma venne ristrutturata in epoca più tarda. E' noto che Umfredo d'Altavilla, figlio di Tancredi d'Altavilla, fece delle donazioni di terre al convento fino al 1095. Alla morte di Umfredo i monaci chiesero altre donazioni a Rodolfo, figlio di Umfredo nel 1097 e nel 1099. La vedova di Rodolfo, la contessa Emma, col figlio Ruggiero, continuò le donazioni familiari. In seguito la stessa Emma si impegnò per ampliare la chiesa del convento. Altre donazioni arrivavano da nuovi benefattori, che seguivano l'esempio della contessa Emma. Anche papa Alessandro III si interessò al monastero, ponendo sotto la sua protezione i monaci di Montescaglioso. Si ebbe così un lungo periodo di fioritura fino al XV secolo quando iniziò il declino dell'Abbazia a motivo delle continue guerre. Nel 1484 Baldassare del Balzo ebbe l'incarico da papa Sisto IV di mettere ordine, ma non ci riuscì. Successivamente una tale ardua impresa fu affidata a Pirro del Balzo, conte di Montescaglioso, che obbligò i pochi monaci rimasti a lasciare l'Abbazia, poi ripopolata con i monaci della Congregazione di Santa Giustina da Padova. Il 5 agosto 1910 agli arcivescovi di Acerenza e Matera fu concesso ai monaci di aggiungere il titolo di abati di Sant'Angelo di Montescaglioso.

L'affresco è ubicato nel locale che fu la Biblioteca dei monaci e fu realizzato nella prima metà del secolo XVII da un pittore che alcuni critici d'arte attribuiscono a Giovanni Todisco. L'affresco che raffigura  Agostino fa parte di una serie complessa di immagini fra cui si riconoscono i Dottori della Chiesa Ambrogio, Gerolamo e papa Gregorio Magno. Il gruppo dei Dottori della Chiesa è arricchito dalla presenza di S. Benedetto e S. Scolastica, un evidente omaggio ai due Dottori della Chiesa che appartengono ai Benedettini.

Nei dipinti della sala prevale ormai nell'artista la costruzione prospettica dello spazio, la strutturazione volumetrica della forma, l'espressività delle figure, l'equilibrio e la simmetria della composizione. Vi ritroviamo pure una vena ritrattistica del tutto personale che lo porta a descrivere minuziosamente gli ambienti interni e gli oggetti, ad indagare le figure umane e i loro moti interiori, esprimendo la sensibilità e il gusto della società colta lucana contemporanea.

 

 

Giovanni Todisco

Questo pittore, nativo di Abriola, rappresenta una delle figure più importanti ed influenti nel panorama artistico lucano di fine Cinquecento e inizio Seicento. Dopo avere assimilato la lezione del tardo gotico, rivisitato nell'ottica artistica rinascimentale, Todisco avvia una ricerca pittorica tesa a riscoprire il vero senso della religiosità. Il suo stile, fortemente emblematico, utilizza la luce e la prospettiva come elementi di una narrazione che ha molta presa nel popolo religioso. Il tratto, forte ed incisivo, talvolta eccede nella foga della rappresentazione e sembra precorrere la stagione del barocco meridionale.

Tra le sue opere ricordiamo gli affreschi della chiesa di sant'Antonio a Cancellara, sempre in collaborazione con Giovanni Luce da Eboli, la decorazione della chiesa di Santa Maria ad Anzi, il san Sebastiano nella chiesa di san Francesco a Potenza e la decorazione di tre sale nel convento di sant'Antonio ad Oppido Lucano. Notevoli sono la decorazione del chiostro del monastero di Santa Maria di Orsoleo a Sant'Arcangelo, firmata e datata al 1545, il san Francesco da Paola sulla parete di retro facciata della chiesa di san Francesco a Senise eseguito assieme a Giovanni Luce.