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PITTORI: Bernardino Zaganelli

Cristo in Croce fra i santi Agostino e Gerolamo

Cristo in Croce fra i santi Agostino e Gerolamo

 

 

BERNARDINO DI BOSIO ZAGANELLI

1505-1506

Collezione Privata, Germania

 

Cristo in Croce fra i santi Agostino e Gerolamo

 

 

 

Questa rara Crocifissione si è conservata in uno stato ottimale. La tavola mette in risalto i caratteri stilistici di Bernardino Zaganelli, che ha seguito un percorso stilistico autonomo rispetto al fratello Francesco, scomparso più tardi nel 1534.

Nativo della Romagna, l'artista in questa occasione ci offre una interessante raffigurazione della Crocefissione di Cristo. Il santo a destra è facilmente identificabile in san Gerolamo penitente. Il santo sulla sinistra è di più difficile interpretazione: sicuramente è un agostiniano poichè porta il saio nero dei monaci di quest'Ordine. E' anche un santo in quanto porta l'aureola sulla testa calva e barbuta. Nell'Ordine agostiniano all'epoca della pittura di santi ce n'erano pochissimi: il solo era san Nicola da Tolentino, ma non v'è traccia della sua simbologia. Piuttosto, in relazione a Girolamo troviamo sempre sant'Agostino. L'unico dubbio è la presenza della cappa magna dei cardinali sopra il saio, dato che Agostino fu vescovo ma non cardinale. La sua presenza può essere ascritta all'ignoranza del pittore. Che Agostino venga raffigurato con il saio nero non è raro comune, così come è comune che sopra il saio gli iconografi gli abbiano quasi sempre posto sopra il piviale vescovile. La ferita al fianco destra può avere una giustificazione in Agostino, in quanto è famoso per il suo amore a Dio e in molto raffigurazioni il suo cuore è colpito dalla freccia divina.

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.

«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».

 

Il san Girolamo seminudo ricorda, in una composizione ben più complessa, un'opera di Francesco del 1513, conservata alla pinacoteca di Forlì sotto la dicitura di Pala d'altare della Concezione della Vergine. Nella pala forlivese a sinistra è stato raffigurato san Bonaventura in una attitudine simile a quella che si riscontra in questa tavola. In queste due occasioni è facile riscontrare che i due artisti reimpiegarono medesimi moduli stilistici per realizzare le loro composizioni. Lo stile di Bernardino tuttavia si differenzia da quella del fratello nella resa dei sentimenti e della devozione, che probabilmente acquisì dall'attenzione e dallo studio delle opere del Perugino. Il Cristo in croce si staglia su un fondo paesaggistico che coniuga l'elemento immaginario al reale. L'orizzonte che si perde in lontananza lascia appena intuire il profilo di una città irreale e di picchi rocciosi che ricordano quelli di san Leo e san Marino.

Il corpo smagrito e fortemente allungato del Cristo morente è reso quasi immateriale dal pallore dell'incarnato. Anche il gusto per i particolari e i dettagli naturalistici, tipo i piccoli fiori e le piante seminate in primo piano, ha una venatura nordica e ci indica che Bernardino Zaganelli attinse alla cultura di Boccaccio Boccaccino (1466-1525) e di Ercole de' Roberti. Tenendo conto di questi elementi il dipinto viene pertanto a collocarsi nel periodo di maturità dell'artista. L'insistenza del pittore sui bianchi è una parte integrante della sua tecnica pittorica di questo periodo e rammenta un san Giovanni battista alla National Gallery di Londra, che fu eseguito verso il 1505-1506 e che presenta numerose affinità stilistiche con questa tavola.