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PITTORI: Maestro ungherese

Agostino e il bambino sulla spiaggia, episodio leggendario sul mistero della Trinità

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

MAESTRO UNGHERESE

1906

Budapest, Basilica di Santo Stefano

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Questa lanterna che si trova sulla facciata della Basilica di Santo Stefano a Budapest accoglie una bella statua di Agostino vescovo che incontra un bambino con in mano una conchiglia che sta giocando con l'acqua. L'immagine riprodotta è una rivisitazione simbolica del mistero della Trinità che ha avuto una larga fortuna nella iconografia agostiniana.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.

 

La basilica di Santo Stefano è situata nella zona di Pest della città. È concattedrale dell'arcidiocesi di Strigonio-Budapest. Fu progettata nel 1850 da József Hild. Dopo la sua morte nel 1867 la direzione dei lavori fu assunta da Miklós Ybl, che realizzò l'imponente cupola nel 1868. La basilica, terminata nel 1906 dall'architetto Jozsef Kauser, presenta uno stile prevalentemente neoclassico o neo-rinascimentale.

L'edificio venne consacrato alla presenza dell'imperatore Francesco Giuseppe I e fu elevata alla dignità di basilica minore nel 1938 in occasione del novecentesimo anniversario della morte di Santo Stefano

La facciata è simmetrica e priva di eccessive decorazioni: nel Portale Maggiore sono scolpiti i Dodici Apostoli. L'interno è ricco di marmi, mosaici e pregevoli opere d'arte dei principali artisti ungheresi. All'esterno, il tamburo ospita quattro nicchie con gli Evangelisti, opera di Leò Feszler. Nella cappella a destra dell'altare è venerato il braccio destro del re Santo Stefano, fondatore dell'Ungheria, morto nel 1038. La preziosa e venerata reliquia arrivò nella basilica nel 1945.