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PITTORI: Charles Champigneulle

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

CHAMPIGNEULLE CHARLES

1921

Rouez en Champagne, chiesa di san Martino

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

Questa vetrata che raffigura sant'Agostino è l'undicesima di quattordici vetrate che furono realizzate nel 1921 dal maestro vetraio parigino Charles Champigneulle. A onor del vero la vetrata sei è stato eseguita dal maestro vetraio Mans Albert Echivard nel 1920.

Sant'Agostino di Ippona è qui rappresentato nelle sue vesti di vescovo: oltre alla scritta SANCTUS AUGUSTINUS il testo recita "In ricordo della morte di Augusto Macais in battaglia".

Il santo si erge in piedi ieratico con la mitra in testa, il bastone pastorale chiuso con il braccio sinistro: la mano sinistra regge un libro chiuso, mentre la mano destra si alza porgendo un cuore infiammato.

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

Agostino qui appare vestito da vescovo con un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

 

la chiesa di san martino è abbastanza ricca di opere d'arte: la Pala della Natività risale al 1641. La scena centrale raffigura l'Adorazione dei Magi. Ai piedi della statua del Cristo crocifisso c'è una Madonna in terracotta del XVII secolo. Verso l'anno 1642 la chiesa è stata ampliata e arricchita con due altari, il coro e la cappella sud, donati dal parroco Urbino Gennetay.

In pietra è la Statua equestre di san Martino del XVI secolo. La statua dell'altare a nord di San Giacomo il Maggiore sono state eseguite nel 1727 da Pierre Lorcet. Nella stessa cappella si conserva un Calvario con gruppo di statue fra cui un Cristo ligneo in croce del XVII secolo e le statue della Vergine e San Giovanni Evangelista in terracotta dalla fine del XVI secolo.