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PITTORI: Istituto del Mosaico

Sant'Agostino e il mistero della Trinità

Sant'Agostino e il mistero della Trinità

 

 

ISTITUTO DEL MOSAICO

1903

Dischingen, chiesa di san Giovanni Battista

 

Sant'Agostino e il mistero della Trinità

 

 

 

La scena raffigurata sulla vetrata, che si trova nella chiesa parrocchiale di san Giovanni Battista a Dischingen, raffigura un episodio caro alla spiritualità agostiniana. Si tratta della ricerca del significato profondo del mistero della Trinità.

La scena riprende in chiave moderna un celebre episodio sull'argomento che vede il vescovo Agostino incontrare un bambino che sta travasando su una spiaggia dell'acqua in una pozza. Agostino, nelle sue vesti episcopali è seduto con in mano il bastone pastorale. Il suo sguardo è rivolto verso un bambino che sta versando acqua. Il volto del santo, con una foltissima barba, ha una forte e intensa espressione di attenzione verso il bambino, che gli rivelerà la sua incapacità a comprendere il mistero della Trinità, che occhieggia dall'alto della vetrata sotto forma di triangolo con un occhio.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.

 

La Chiesa cattolica di S. Giovanni Battista a Dischingen, un comune del Baden-Württemberg, è stata costruita in soli tre anni, dal 1769 al 1771, dall'architetto Joseph Dossenberger, allievo di D. Zimmermann. Il suo stile associa le forme del tardo rococò e l'inizio del Classicismo. In precedenza una chiesa parrocchiale viene menzionata a Dischingen già nel 1352.

La nuova costruzione venne consacrata nel 1785 dal vescovo di Augsburg Johann Nepomuk. La navata centrale è coperta da un tetto a padiglione e si allarga al centro su entrambi i lati. Gli stucchi sono stati realizzati dallo scultore Thomas Schaidhauf, mentre gli affreschi del coro e della navata sono stati eseguiti nel 1771-1772 da Gabriel P. Lucello. Nel soffitto della navata è dipinto Giovanni Battista il santo patrono della chiesa, che reca la firma del pittore e l'anno 1772. Le vetrate sono state realizzate dall'Istituto del Mosaico e Vetrate di Innsbruck e vennero installate nel corso del restauro della chiesa nel 1903. Quattro di queste finestre raffigurano i Padri della Chiesa Ambrogio, Agostino, Gregorio Magno e Gerolamo.