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PITTORI: Carlo Donati

Sant'Agostino, santa Monica, san Gioacchino e santa Caterina da Siena

Sant'Agostino, santa Monica, san Gioacchino e santa Caterina da Siena ai piedi della Croce

 

 

DONATI CARLO

1910-1930

Verona, chiesa di san Luca Evangelista

 

Sant'Agostino, santa Monica, san Gioacchino e santa Caterina da Siena ai piedi della Croce

 

 

 

La costruzione della chiesa di san Luca a Verona risale al 1172. I quattro altari minori si trovano nelle rispettive cappelle laterali. Il primo altare a destra fu rinnovato in marmo da Chiarastella Miglioranzi nel 1717, quando la Miglioranzi fece costruire l'altare di S. Croce. Sembra che il disegno sia stato da Schiavi nel 1686 e suoi sarebbero anche gli angioletti che lo decorano. In altre epoche l'altare conservava una pala di Jacopo Ligozzi, che raffigurava la «Invenzione della Croce con sant'Elena e dame» e che ora si trova nel coro. Sopra l'altare oggi si trova una Croce, che si trovava prima sull'altare del Crocifisso dove è si trova la Cappella dei Caduti. Fa da sfondo al Crocifisso il dipinto di Carlo Donati che raffigura «sant'Agostino, santa Monica, san Gioacchino e santa Caterina da Siena», dove la severità della composizione e l'intonazione del colore inducono al raccoglimento.

 

Carlo Donati

Nacque a Verona nel 1874 e frequentò l'Accademia di Belle Arti "Cignaroli", dove fu allievo del pittore veneziano Napoleone Nani, Qui a sedici anni conobbe Ildegarda Dalla Porta, che sposò otto anni più tardi e da cui ebbe due figlie. Nel 1900 partecipò al concorso di Torino con il ritratto del Cardinale Luigi di Canossa e con una Testa di Cristo. In questi primi dipinti si può notare l'influenza di Ranzoni nella luce morbida che circonda le figure. Nel 1906 partecipò all'Esposizione internazionale di Milano, nel 1907 alla Biennale di Venezia. Nel 1909 partecipò nuovamente alla Biennale di Venezia con Trilogia di Natale, che inviò alla Biennale di Verona del 1910 insieme con "a San Pietro in Volta". I dipinti di questo periodo rivelano l'attardarsi di Donati in un ambito di impronta preraffaellita. A partire da questo momento la sua attività si incentrò soprattutto sulla decorazione di chiese. Uno dei suoi primi lavori fu la decorazione, nel 1910, della chiesa di Azzago in val Pantena, e in seguito, nel 1911, la decorazione della chiesa parrocchiale di Bleggio Superiore e quelle di molte altre chiese trentine. Dato che Bleggio era in territorio austriaco, Francesco Giuseppe diede non solo l'autorizzazione richiesta, ma incitò Donati a lavorare per altre chiese del Trentino. A seguito di tale sollecitazione, Donati estese la sua attività alle chiese di Mezzana, Cloz, Queta, Seregnano, Vigo Lomaso, Spiazzo Rendena, Marter, Mori, Daiano e altre. Nel 1914 partecipò nuovamente alla Biennale veneziana, ma lo scoppio della prima guerra mondiale interruppe la sua attività di decoratore. Nel 1920 partecipò con Abete alla Biennale di Venezìa con un'opera ispirata al tema della guerra. In questi stessi anni Donati cercò di innestare nel suo stile tardo preraffaellita nuove modalità del primo Novecento. A partire dal 1935 la Biennale di Venezia non lo accettò nelle sue esposizioni. Nel 1936 decorò la cappella svizzera nella Basilica di Loreto e negli anni successivi Donati si dedicò quasi esclusivamente alla decorazione di chiese, tra cui S. Domenico a Bologna, S. Croce degli stimmatini a Milano e il santuario di S. Bernardino a Piacenza. Nel 1942 fu nominato dal Vaticano cavaliere dell'Ordine di S. Silvestro papa. Donati morì a Verona nel 1949.