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PITTORI: Valerio Pilon

Santa Monica

Santa Monica

 

 

VALERIO PILON

1985

Milano, chiesa di S. Maria del Suffragio

 

Santa Monica

 

 

 

La statua di santa Monica si trova all'altare di santa Monica nella chiesa di S. Maria del Suffragio a Milano. L'altare fu benedetto l'8 dicembre 1913. Fu un'opera voluta da don Giovanni Riva primo parroco di S. Maria del Suffragio. Grazie a un suo lascito l'architetto Ernesto Fumagalli riuscì a completare i suoi disegni. Dal 12 maggio 1985 nella nicchia è stata posta la statua in terracotta patinata di Monica che sostituisce la precedente in gesso. La cappella, di gusto eclettico, era chiusa da una balaustra in marmo sopraelevata di un gradino dal piano della navata. L'autore, descrivendo la sua opera, così si è espresso: "Ho rappresentato la santa in piedi, non più giovane, con le lacrime sul viso e in preghiera, rivolta verso l'alto, con slancio verso Dio. Semplici le vesti e l'acconciatura.

Ai piedi il libro e la mitra del grande figlio vescovo e Dottore della Chiesa cattolica. In primo piano, a destra, il libro delle Confessioni aperto con la famosa frase "un figlio di tante lacrime non può perire." La terracotta patinata, materiale non prezioso ma nobile, è stata scelta perchè meno fredda e uniforme del marmo, meno alterabile del bronzo nel colore e anche meno costosa. Per l'occasione è stata composta la preghiera di una madre per la fede del figlio. Sopra le nicchie, orna la piccola apertura verso l'esterno una vetrata (1985) che riproduce una nave in un mare in tempesta con iscritta la celebre frase di Agostino inquietum est cor nostrum donec requiescat in te."

 

La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.

 

Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te. Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 22

 

Riposi dunque in pace con l'uomo di cui fu sposa, il solo di cui lo fu, e che servì portandoti il suo frutto con pazienza, per guadagnare anche lui a te. E tu ispira, mio Signore e Dio mio, ispira tu i tuoi servi e miei fratelli, i tuoi figli e padroni miei, che io servo col cuore e la voce e la penna: e ogni volta che leggeranno queste pagine si ricorderanno davanti al tuo altare di Monica, tua ancella, con Patrizio che fu un tempo suo sposo. Attraverso la loro carne mi hai fatto entrare in questa vita - come, non so. Con devozione si ricorderanno di loro: genitori miei in questa luce provvisoria, e miei fratelli in te che ci sei Padre e nella madre cattolica, e miei concittadini nella Gerusalemme eterna, a cui sospira il tuo popolo lungo tutto il suo cammino dall'inizio al ritorno. Così sia meglio appagato in virtù di queste confessioni il suo estremo desiderio: lo sia nella preghiera di molti, piuttosto che nella mia soltanto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 37