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PITTORI: Aldo Saruggia

Sant'Agostino vescovo a Veduggio

Sant'Agostino vescovo

 

 

ALDO SARUGGIA

1986

Raccolta Privata

 

Sant'Agostino: tolle lege

 

 

 

 

In quest'opera a tecnica mista, 34x38 cm, l'autore prende in esame un episodio chiave nella vita del santo: la scena del giardino di Milano, dove Agostino dice di aver udito la voce di un angelo indicargli la lettura, tolle lege, di un brano di san Paolo, dove avrebbe trovato la risposta ai mali che lo affliggevano nello spirito. Agostino, di aspetto ancora giovanile, è seduto sotto le fronde di un albero che si riesce a intuire a malapena, e tiene in mano un libro.

Dopo averlo letto sembra che ne stia meditando il contenuto con molta attenzione, quasi estraniandosi dal mondo che lo circonda. L'intera scena poggia sulla sua figura che emerge da tocchi vibranti che ricordano le nebbie padane.

 

E, come racconta nelle Confessioni, recatosi in giardino, si mise sotto una pianta a piangere amaramente, e diceva: - Quanto tempo ancora? Quanto ancora? Domani, domani ! ancora un po' di tempo. Ed era desolato di non sapersi decidere o a restare nel mondo o a consacrarsi a Dio.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29