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PITTORI: Maestro di Tregasio

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo

 

 

MAESTRO DI TREGASIO

1936

Tregasio, chiesa dei santi Gervasio e Protasio

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La vetrata che riproduce l'immagine di sant'Agostino si trova nella Cappella dove si trova l'altare dei santi patroni. Al centro della Cappella troneggia la statua del Sacro Cuore di Gesù: le vetrate che la affiancano mostrano le figure dei santi Vitale e Valeria, i genitori di Gervasio e Protasio, fratelli gemelli morti martiri nel III secolo.

Ai lati esterni della Cappella troviamo a sinistra la figura di san caio vescovo, che amministrò il battesimo ai due fratelli e ai loro genitori. A destra invece scopriamo l'immagine di Agostino che fu presente a Milano all'epoca della scoperta delle spoglie dei due martiri ad opera di sant'Ambrogio.

Agostino è qui raffigurato come vescovo con la mitra in testa e il braccio sinistro che regge il bastone pastorale. La mano destra è alzata in segno benedicente.

 

"In quei giorni una tua rivelazione al tuo vescovo citato poc'anzi gli aveva indicato il luogo dove giacevano sepolti i corpi dei martiri Protasio e Gervasio. Per tanti anni li avevi serbati intatti nel tesoro del tuo segreto, per estrarli al momento opportuno e domare la rabbia di una donna, regale però. Portati alla luce ed esumati, durante il solenne trasporto alla basilica ambrosiana non solo si produssero guarigioni, riconosciute dagli stessi demòni, di persone tormentate dagli spiriti immondi; ma un cittadino notissimo in città, cieco da molti anni, a quell'agitazione festosa del popolo, chiesta e saputa la causa, balzò in piedi e si fece guidare dalla sua guida sul posto. Là giunto, ottenne di entrare e toccare col fazzoletto la bara ove giacevano, morti di morte preziosa ai tuoi occhi, i tuoi santi. Appena compiuto quel gesto e accostato il panno agli occhi, questi si aprirono istantaneamente. La notizia si divulgò, salirono a te lodi fervide, fulgide, e l'animo della tua nemica, se non si volse alla salvezza della fede, soffocò per lo meno la sua folle brama di persecuzione. Grazie a te, Dio mio! Da dove e dove guidasti il mio ricordo, affinché ti lodassi anche per questi avvenimenti, che, sebbene notevoli, avevo smemoratamente trascurato? Eppure allora, benché tanto alitasse il profumo dei tuoi unguenti, non correvamo dietro a te. Di qui il moltiplicarsi delle mie lacrime durante il canto dei tuoi inni. Un tempo avevo sospirato verso di te; finalmente respiravo la poca aria che circola in una capanna d'erba."

Agostino, Confessioni 9, 7, 16

 

La prima pietra dell'edificio, progettato da Spirito Maria Chiappetta, venne posta in loco nel novembre del 1919. Il lavori iniziarono tuttavia solo nel 1921, quando vennero raccolti i fondi necessari alla costruzione della nuova chiesa. Nel volgere di due anni la costruzione era stata completata: a ottobre del 1923 fu innalzata la croce sulla sommità del campanile e qualche giorno dopo fu festeggiata la conclusione dei lavori. Negli anni successivi furono installate le cinque campane, l'orologio sulla torre campanaria e l'installazione delle vetrate. Inaugurata il 7 dicembre 1922 da mons. Angelo Nasoni, la chiesa venne consacrata dal cardinale Ildefonso Schuster il 23 luglio 1932.