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PITTORI: Maestro di Boffres

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI BOFFRES

1850-1880

Boffres, chiesa dell'Esaltazione della Santa Croce

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Nella chiesa sono presenti tre vetrate, che raffigurano rispettivamente Agostino sant'Enrico re e san Simeone. Agostino è dipinto a figura intera nelle sue vesti episcopali con una graziosa mitra in testa. Il capo è circondato da un tondo che indica l'aureola dei santi. Con la mano sinistra Agostino appoggia un lungo ed esile bastone pastorale alla propria spalla sinistra. La mano destra invece è alzata verso l'alto e regge un piccolo cuore fiammante.

Il volto del santo ha un aspetto maturo ma ancora abbastanza giovanile con una flebile ed elegante barba rossastra che gli copre il mento.

In pedice leggiamo la scritta SAINT AUGUSTIN e il nome del dedicante: "Don de Madame Emilie Mirabel à l'intention".

 

Il coro e l'abside della chiesa costituivano l'antica cappella romanica del castello, che fu successivamente ampliata e restaurata per diventare chiesa parrocchiale nel 1780. In precedenza Boffres era servita da due parrocchie lontane dal castello e dal paese: una era san Sisto, un priorato benedettino dipendente dall'abbazia di Cruas, e l'altra san Michele de Vernes dipendente dai Templari. Entrambi quest'ultimi edifici furono distrutti durante le guerre di religione.

Il primo documento che abbiamo su Boffres risale al XII secolo, quando nel 1160 Galbert de Balfram ne era signore. Gli successe Guillaume de Beaudiner. Nel XIII secolo troviamo dei co-signori: Giraud Bastet, signore di Crussol, i Templari di Valence. In realtà Boffres era una roccaforte della chiesa di Valence e il paese rendeva omaggio ai suoi vescovi. Dal 1176 i Templari di Valence avevano un insediamento a Grozon che ampliò notevolmente nel corso dei secoli. Le loro terre si estesero fino al XVIII secolo e giocarono un importante ruolo politico ed economico nella regione. Nel 1246 Philippa de Fay, vedova del potente conte di Valentinois, lasciò Boffres e La Voulte in eredità a suo nipote, Ruggero d'Anduze. Per secoli il luogo apparterrà ai signori di La Voulte: i d'Anduze, i Lévis Ventadour, i Rohan, fino all'epoca della Rivoluzione. Nel frattempo Boffres visse un periodo molto buio durante la Guerra dei Cent'anni, per poi ritornare alla prosperità.