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PITTORI: Cagnola Luigi

Sant'Agostino scrive trattati

Sant'Agostino scrive trattati

 

 

CAGNOLA LUIGI

1856

Ghisalba, chiesa di san Lorenzo

 

Sant'Agostino scrive trattati

 

 

 

Questo sant'Agostino che scrive con una penna sopra un libro si trova su un pannello dipinto della mensa del presbiterio. Venne realizzato da Luigi Cagnola nel 1856 per la chiesa di Ghisalba. Il pannello ha le dimensioni di cm 83x27 e si presenta in un discreto stato di conservazione.

Agostino è stato raffigurato come vescovo in piedi mentre tiene in mano un libro aperto su cui sta scrivendo con una penna che tiene con la mano destra. Il santo indossa il piviale episcopale e regge con la mano destra il bastone pastorale. In testa ha la mitra: il viso è quello di una persona matura dallo sguardo dolce con una folta barba che gli copre le guance.

Ai suoi piedi si nota un'aquila, simbolo di san Giovanni, che sovente è associato al santo vescovo di Ippona.

Progettista della chiesa parrocchiale fu l'architetto milanese Luigi Cagnola, autore anche dell'Arco della Pace di Milano, della Rotonda di Inverigo (1830) e del vicino campanile di Urgnano (1824-1829), per citare le opere più vicine a Ghisalba. La chiesa è di puro stile neoclassico; i lavori iniziarono nel 1821 e terminarono nel 1834, anno di consacrazione della chiesa stessa.

 

 

Luigi Cagnola

Il marchese Luigi Cagnola nacque a Milano nel 1762. A 14 anni fu ammesso al Collegio Clementino di Roma e completò gli studi universitari all'Università di Pavia. Intrapresa la professione legale, ottenne un posto nell'Amministrazione austriaca a Milano. Appassionato profondamente di architettura, presentò una progetto per la nuova Porta Orientale di Milano. La proposta venne scartata, ma Cagnola da quel momento si dedicò interamente all'architettura. Si trasferì per due anni a Verona e Venezia dedicandosi allo studio delle architetture di queste due città. Nel 1806 gli venne affidata la costruzione di un arco di trionfo provvisorio a Porta Orientale in occasione delle nozze del viceré del Regno d'Italia Eugenio di Beauharnais con la principessa Amalia di Baviera. L'arco, realizzato in legno, piacque moltissimo e convinse le autorità a costruirne uno in marmo. Ne nacque l'Arco della Pace, secondo per dimensioni solo all'Arco di Trionfo di Parigi. Nel 1815 a Milano inaugurò l'arco di Porta Ticinese. Fra le altre sue opere ricordiamo la chiesa parrocchiale di Vaprio d'Adda, il campanile di Urgnano, la ricostruzione della chiesa parrocchiale di Ghisalba, la chiesa dei santi Cosma e Damiano a Concorezzo, la cappella di Santa Marcellina a Milano, lo scalone della Villa Saporiti a Como. Assieme a Luigi Canonica, Albertolli, Giuseppe Zanoia fu tra gli ideatori del primo piano regolatore della città di Milano.

Cagnola morì a Inverigo nel1833, cinque anni prima del completamento dell'Arco della Pace.

 

L'Agostino delle Confessioni, così come delle sue numerose opere, è anche poeta. Gli studiosi non hanno tralasciato d'illustrare quest'aspetto. "È il suo senso di poesia - scrive uno di essi - che dà alla realtà spirituale un volto ed una voce, alla realtà sensibile un'anima ed un palpito, sicché, mentre la prima viene accostata a noi senza perdere la sua immateriale purezza, la seconda, senza che ne abbiamo la concretezza visibile, ci si fa scala per salire a Dio".

Ed un altro afferma che tutte le qualità di Agostino scrittore, che furono molte, non spiegano la loro efficacia " se non si tiene conto della grandezza del genio poetico del figlio di Monica ". La poesia è l'espressione più alta delle vibrazioni dell'anima, spesso della mistica. Così fu per Agostino. La sua fu la poesia dell'amore, dell'amicizia, della bellezza, del bisogno di Dio, della speranza; la poesia, per dirla con un sua immagine, d'un " filo d'erba assetato ": " Non abbandonare i tuoi doni - dice egli a Dio -, non disdegnare questo tuo filo d'erba assetato".