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PITTORI: P. Goby

Agostino cardioforo con due monaci

Agostino cardioforo con due monaci

 

 

GOBY P.

1858

Cagnes-sur-Mer, Cappella Notre Dame de Protection

 

Agostino cardioforo con due monaci

 

 

 

A Haut de Cagnes, un villaggio medievale situato sulla cima della collina del castello, che rappresenta la parte storica della città di Cagnes sur Mer. sorge la Cappella di Notre-Dame-de-Protection, dove è conservata una dipinta a olio, che raffigura sant'Agostino con a fianco due monaci. L'opera si trova in una cappella laterale della parete est e misura in altezza 150 cm e larghezza 100. Sulla tela è riportata sia la data di esecuzione, sia il pittore che la realizzò: "P. Goby 1858".

Il soggetto con i tre personaggi si sviluppa in una stanza dal pavimento elegantemente squadrato. Sant'Agostino è rappresentato in piedi al centro, con insegne episcopali. Con la mano sinistra regge il poderoso bastone pastorale appoggiato alla spalla mentre con la mano sinistra regge un cuore ardente. In testa porta una elegante mitra. I suoi occhi sono rivolti verso l'alto, dove una serie di raggi luminosi irradia la stanza a significare l'apparizione della Trinità. Agostino è simbolicamente circondato da due monaci del suo ordine, vestiti di scuro: uno unisce le mani in segno di meditazione e l'altro tiene un libro con la mano sinistra.

 

La Cappella era in origine un oratorio trecentesco, la cui struttura forma l'attuale abside a cinque lati. Durante la Guerra dei Trent'anni, nel 1641 fu firmato il Trattato di Péronne, in base al quale il Principato di Monaco passò dal protettorato spagnolo al protettorato francese. Pertanto nel 1645 Jean-Henri Grimaldi, marchese de Courbons ma anche barone de Cagnes trasformò questo oratorio in una cappella per commemorare la liberazione del protettorato spagnolo e la protezione del re di Francia. Nel 1652 il barone de Cagnes aggiunse la cappella laterale e il campanile. L'oratorio fu ampliato successivamente con la costruzione di un portico a due arcate.

L'abside, in ragione della sua antichità, custodisce una ricca decorazione pittorica databile al primo quarto del Cinquecento che viene attribuito ad Andrea da Cella. I dipinti furono ricoperti di intonaco verso il 1830 e fortunatamente vennero ritrovati nel 1936 dall'abate Malplat, che osservò sotto la scheggiatura della calce una serie di altri colori. Questi dipinti sono divisi in due registri, che descrivono gli Evangelisti, la vita della Vergine e l'infanzia di Cristo. La cappella oltre alle pale d'altare contiene anche le statue di San Sebastiano e San Rocco, protettore contro la peste.