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PITTORI: Maestro reatino

Triplice incoronazione di san Nicola da Tolentino con Agostino, la Vergine e Iddio Padre a Rieti

Triplice incoronazione di san Nicola da Tolentino con Agostino, la Vergine e Iddio Padre

 

 

MAESTRO REATINO

1830

Rieti, chiesa di sant'Agostino

 

Triplice incoronazione di san Nicola da Tolentino con Agostino, la Vergine e Iddio Padre

 

 

 

 

 

Il quadro che è conservato nella chiesa agostiniana di Rieti raffigura la triplice incoronazione di san Nicola da Tolentino. Il santi regge in mano un libro aperto dove è riportata l'iscrizione: "Deus certantem spectat deficente sublev et vincentem Coront D. Augustinum Super Psalmum XXXV" con la data di esecuzione del dipinto riferita all'anno 1830.

L'esordio del salmo 35 presenta il buio del cuore dell'empio. Sono poche parole capaci di attivare un profonda riflessione, per un discernimento degli uomini. Il salmo esprime il concetto che di fronte all'empio il giusto può resistere solo se si rifugia in Dio, che è fedele. La sua giustizia non è misera come quella degli uomini, ma perfetta. Dio guarda il cuore dell'uomo che ha creato libero, ma orientato a lui, guarda ai benefici che ha dato all'uomo, alle grazie che gli ha concesso. Il suo giudizio è "come l'abisso profondo (il mare)" poiché Dio coglie le profondità del cuore. Il salmo è centrato sulla grazia. Essa viene presentata dal salmo come azione che protegge l'uomo, come fa un uccello con i suoi nati; ed è un proteggere che dà "ombra", cioè pace e refrigerio. La grazia è l'abbondanza di bene che l'uomo trova nella casa di Dio.

Il soggetto esprime l'interesse che ancora era vivo nell'Ottocento verso una devozione che era nata nel Quattrocento all'indomani dello sviluppo e del progredire del culto verso san Nicola da Tolentino. Nella architettura compositiva ideata dall'autore, che risente dell'influsso di altri modelli precedenti, san Nicola da Tolentino campeggia al centro della scena, mentre sta per essere incoronato dal Padre Eterno, dalla Vergine e da sant'Agostino. Un aspetto interessante è il trionfo del santo sulle insidie del mondo, raffigurato da un globo con l'immagine della terra e un diavolo che viene schiacciato dai piedi del santo marchigiano. Sul lato destro di fra Nicola si intravedono, fra le fiamme, le anime del Purgatorio che invocano il suo aiuto. Negli angoli superiori, sopra due nuvole, possiamo vedere le figure della vergine a sinistra e di Agostino a destra.

Il santo vescovo di Ippona è raffigurato con le vesti episcopali e in testa la mitra. Il suo viso è arricchito da una folta barba  nerastra che gli conferisce un aspetto maturo ma ancora giovanile. Con entrambe le mani regge una corona che sta per porre sul capo di Nicola da Tolentino. Ritto in piedi sopra il globo Nicola, che indossa la nera tunica dei monaci agostiniani, con le braccia aperte regge un giglio con la destra e un libro aperto con la destra. Sul cuore si nota il sole raggiato, uno dei suoi emblematici attributi. La struttura dell'opera richiama fortemente i modelli iconografici tipici di questa scena.

 

La chiesa di sant'Agostino risale alla metà del Duecento e fu eretta in stile romanico-gotico. La facciata, di forma rettangolare, si presenta in pietra e termina con un attico leggermente sporgente. Vi si accede da un unico portale, che presenta una strombatura con tre ordini di colonne. A chiusura della strombatura sono presenti cinque archi a tutto sesto completati da un timpano. L'interno si presenta a navata unica con un soffitto a capriate in legno. Il presbiterio è strutturato in tre absidi da dove si aprono una finestra trifora e due bifore. Con Decreto del 17 giugno 2010 questa chiesa ha ottenuto il titolo e la dignità di basilica minore dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.