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PITTORI: Maestro di Senans

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI SENANS

1852

Arc-et-Senans, chiesa di san Benigno

 

Sant'Agostino Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa vetrata, che raffigura Agostino, è ubicata nella chiesa di san Benigno ad Arc-et-Senans.

Il santo vi appare a figura intera in piedi, con una postura autorevole, mentre impugna una penna con la mano destra per scrivere su un libro aperto che regge con la mano sinistra. Il santo indossa un piviale verde con una grande stola che gli avvolge le spalle. Il capo, dal volto austero, è avvolto dal nimbo dei santi. Ai suoi piedi leggiamo la scritta S. AVGVSTINVS.

L'intera figura è incorniciata con motivi floreali multicolori.

 

La primitiva chiesa fu costruita nel XIII secolo. Edificata nello stesso sito dell'attuale edificio, la chiesa è menzionata nel 1275 nel capitolo di Saint-Etienne di Besançon.

Durante le invasioni del 1662, fu bruciata. Nel Settecento diventa piccola per le esigenze della popolazione e perdura un lento degrado della struttura, tanto che nel 1831, con l'aiuto del governo, furono costruite le fondamenta per aggiungere due navate laterali.

Nel 1846 iniziarono importanti lavori e la chiesa venne ricostruita su una lunghezza di 45 metri e una larghezza di 6 metri più due navate laterali. Il campanile fu rettificato e incoronato, raggiungendo l'altezza di 35 metri e nel 1852 il nuovo edificio sacro venne consacrato. Il nuovo edificio sorse grazie alla generosità di Monsieur de Grimaldi, direttore de La Saline, su progetto dell'architetto Max Painchaux. Dopo un incendio, il campanile fu ricostruito in modo identico nel 1921. La decorazione interna fu realizzata seguendo i suggerimenti del sacerdote Isidore Coutteret. Contiene 10 opere eccezionali risalenti al XVI e al XVII secolo. Tra queste ricordiamo "La vergine con donatori" attribuita a Peter Thyss o Gaspard de Crayer, "La Sacra famiglia" di Bartolomeo Schedoni, "Gesù" di Antonio de Pereda, un gruppo di quattro tele di Claude Vignon che raffigurano "L'annunciazione, La Natività, La presentazione, La scuola di Maria", e ancora "Cristo e la Cananea" di Annibale Carrache, "San Giuseppe e Gesù Bambino" di Bartolomeo Esteban Murillo e infine "La compagnia di Cristo" di Geerard Seghers, che è stato talvolta attribuito a Rubens. L'altare maggiore in marmo bianco è opera dello Joteraut di Lione. Interessante è anche il pulpito in quercia scolpito da Vuillemot di Besançon, le vetrate e altri dipinti ottocenteschi.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6