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PITTORI: Maestro matese

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO MATESE

1410-1416

Sant'Angelo d'Alife, chiesa di Sant'Antuonu

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

A Sant'Angelo d'Alife nel Matese sorge la Cappella nota col nome di chiesa di sant'Antuonu, che si trova nel cuore del centro storico, adiacente alla chiesa di santa Maria della Valle. Situata nella valle del Volturno che serpeggia in un territorio pianeggiante, Alife è una cittadina di rilevante significato storico e archeologico per la cinta quadrilatera delle mura romane e per altre importanti testimonianze antiche e medioevali che conserva. Superato il portale d'ingresso della chiesa, che con il suo stile tardo gotico del XIV-XV secolo si distingue dal complesso dell'edificio, si entra in un piccolo ma interessante locale con un altare sulla parete di fondo. L'intero ambiente è decorato da affreschi che ricoprono le pareti e la volta. La sua costruzione viene ricondotta a dopo il 1325 e prima del 1416 e di quel periodo sarebbero i preziosi affreschi che l'hanno resa Monumento Nazionale con decreto del 1953.

Il ciclo di affreschi è stato eseguito agli inizi del Quattrocento da artisti, probabilmente del Centro Italia, che hanno decorato ogni angolo della Cappella. Si tratta in ogni caso di uno dei cicli di affreschi più importanti del Quattrocento campano. Gli storici e studiosi d'arte vi individuano l'espressione di un'area culturale interessante il Lazio, l'Umbria, l'Abruzzo e la Campania, che si caratterizza per gli influssi marchigiani dei Sanseverino e iberici. Le pitture si caratterizzano per i colori accesi e vivaci, per il disegno ben definito che presentano scene bibliche legate all'Annunciazione, la Natività, il Bagno di Cristo e l'Adorazione dei Magi. Nella volta a crociera sono raffigurate le immagini degli Evangelisti e dei Dottori della Chiesa. Un motivo di colonnine a tortiglione segue il corso le nervature. La parete di ingresso propone episodi della vita di sant'Antonio, con la rappresentazione delle tentazioni e l'incontro con il Minotauro, nei pressi di una fonte che indica al Santo la strada per raggiungere San Paolo Eremita. Nel deserto si vede poi il santo che si incontra col demonio nelle sembianze di una donna con i piedi ad artigli.

Tra le scene più interessanti c'è l'immagine della Madonna, raffigurata a letto assistita da una levatrice, la cui presenza desta la curiosità degli storici dell'arte.

Agostino è raffigurato allo scrittoio intento a leggere un libro che tiene aperto con le mani sul piano, dove si vedono anche un calamaio e un punteruolo per scrivere. Il santo è seduto e indossa i paramenti episcopali, con un semplice piviale color rosso. In testa porta la mitra, ma senza aureola. Il suo volto esprime forte attenzione e compartecipazione grazie ad uno sguardo particolarmente espressivo. Una folta barba biancastra riccioluta evoca in lui un senso di profonda maturità spirituale. Sopra il piviale è ben visibile la cocolla nera dei monaci agostiniani. Lo scrittoio ha una forma complessa e ingloba anche una specie di armadio libreria dove sono accatastati alcuni libri. Dietro al santo si sviluppa una architettura che richiama un edificio. Sullo sfondo stellato che avvolge la scena si staglia in alto a sinistra un angelo che sta osservando proprio Agostino.