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PITTORI: Maestro ambrosiano

Particolare della figura di Agostino

Particolare della figura di Agostino

 

 

MAESTRO AMBROSIANO

1420

Milano, Biblioteca Ambrosiana A 109

 

Agostino e sant'Ambrogio

 

 

 

Questo capolettera miniato del Salterio Ambrosiano A 109 inf., f. 1r. conservato presso la Biblioteca Ambrosiana a Milano raffigura i santi Ambrogio e Agostino. L'opera risale al 1420.

Ambrogio è raffigurato a sinistra e si contraddistingue per lo staffile che porta nella mano destra. Dirimpetto a lui, Agostino indossa i paramenti episcopali, con la mitra in testa, il bastone pastorale nella mano destra e un libro nella sinistra. Una aureola avvolge il capo di entrambi i santi. Agostino sotto il piviale porta la nera tunica dei monaci agostiniani, secondo una consuetudine iconografica assai diffusa, che lo vuole fondatore dell'Ordine degli agostiniani.

I salteri innari sono libri che tramandano una plurisecolare tradizione di testi religiosi, inni, salmi, antifone, come pure altri materiali eucologici, quali symbola, litanie e officiature varie. Vi troviamo numerose grafie, miniature e canti.

Il capolettera in questione si riferisce all'Inno del Te Deum.

Il Te Deum viene indicato a volte come Himnus ambrosianus, altre volte Hymnus in honorem sanctae trinitatis e ancora Imnum in die dominica.

L'attribuzione tradizionale ad Ambrogio ed Agostino risale all'859 quando Hincmar di Rheims (arcivescovo di Reims, nato nel 806 e morto a Epernay il 21 dicembre 882) pubblicò il testo sulla predestinazione nel quale riferisce questa tradizione: A maioribus nostris audivimus tempore baptismatis sancti Augustini hunc hymnum beatus Ambrosius fecit et idem Augustinus cum eo confecit.

La tradizione fu avvalorata nella Historia Mediolanensis di Landolfo Senior del secolo XI: in quibus fontibus prout Spiritus sanctus dabat eloqui eis Te Deum Laudamus decantantes, cunctis qui aderant audientibus et videntibus simulque mirantibus, in posteris ediderunt quod ab universa ecclesia Catholica usque ad hodie tenetur et religiose decantatur.

La datazione critica del Te Deum fa risalire la sua composizione al 400-450.

 

Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

E in tal modo rispondendosi composero quest'inno, come narra anche Onorio nel suo libro Lo specchio della Chiesa.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea