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PITTORI: Benedetto Bonfigli

La Vergine con sant'Agostino e san Sebastiano

La Vergine con sant'Agostino e san Sebastiano

 

 

BENEDETTO BONFIGLI

1472

Corciano, chiesa Santa Maria

 

La Vergine con sant'Agostino e san Sebastiano

 

 

 

Benedetto Bonfigli (1418-1496) fu un artista di grande rilievo in Umbria che anticipò la lezione artistica del Perugino e del Pinturicchio. Sono di particolare rilievo i suoi affreschi nella cappella dei Priori di Perugia, ora inglobata nella Galleria Nazionale dell'Umbria, ed un'Adorazione dei Magi. Come a Corciano anche in altre chiese umbre si conservano diversi suoi gonfaloni. Bonfigli, pur conservando alcuni elementi tardo-gotici, è spesso considerato come il maggior esponente del primo rinascimento perugino. La sua attività e la sua lezione stilistica fra l'altro furono apprezzate dallo stesso Filippo Lippi. Alcune suoi affreschi realizzati a Roma intorno al 1450 per conto di papa Niccolò V sono andati perduti.

Durante una epidemia di peste, la comunità di Corciano fa dipingere da Benedetto Bonfigli questo Gonfalone che raffigura, sotto la santa protettrice, il castello di Corciano. L'opera risale al 1472 e ritrae la Vergine sotto il cui manto ritroviamo un nugolo di persone, uomini e donne inginocchiati in preghiera, fra cui si vedono, di maggiori dimensioni, sant'Agostino, a sinistra, e san Sebastiano, a destra.

Sulla sinistra Agostino accompagna un monaco agostiniano di dimensioni ridotte al pari dei fedeli che si assiepano sotto il manto della Vergine. Occupa una posizione importante di primo piano all'interno del dipinto poiché gli è affidato il compito di indicare alla Vergine la città di Corciano rappresentata in basso.

Questo anonimo personaggio è stato identificato con il predicatore della chiesa di sant'Agostino, menzionato nel Registro contabile della Comunità, che proprio nel 1472 chiedeva un sussidio per la realizzazione del Gonfalone raffigurante la Vergine e alcuni santi.

 

Di san Sebastiano conosciamo una Passio, che ne racconta la vita di soldato nell'esercito di Diocleziano. Fu condannato ad essere trafitto da frecce. Il carattere leggendario della vita ne diffusero il culto e l'iconografia fino al '400 e al Rinascimento. Patrono di Milano, è invocato come protettore dalla peste.

Ambrogio (340-397) nel suo Commento al salmo 118 riferisce che Sebastiano era originario di Milano e si era trasferito a Roma. Informazioni e leggende sulla sua vita sono narrate nella Legenda Aurea scritta da Jacopo da Varagine ed in particolare nella Passio Sancti Sebastiani ("Passione di San Sebastiano"), opera a cura di Arnobio il Giovane, monaco del V secolo. Dato storico certo, che ne testimonia il culto sin dai primi secoli, è l'inserimento del nome di Sebastiano nella Depositio martyrum, il più antico calendario della Chiesa di Roma (del 354).

Spesso, in passato, Sebastiano veniva invocato come protettore contro la peste. Oggi è invocato contro le epidemie in generale, insieme a san Rocco. È particolarmente venerato in Sicilia fin dal 1575, anno in cui infuriò la peste e in molte città veniva invocato contro la terribile epidemia.