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PITTORI: Miniaturista francese

Agostino indica il re giusto

Agostino indica il re giusto

 

 

MINIATURISTA FRANCESE

1445

Bruxelles, Koninklijke Bibliotheeck Albert I, ms. 9015

 

Agostino indica il re giusto

 

 

 

La miniatura illustra il foglio 11 del codice manoscritto 9015 "De Civitate Dei" di Agostino, che è conservato presso la Koninklijke Bibliotheeck Albert I a Bruxelles. La scena che si svolge in campo aperto ha per tema Agostino che indica il re che si comporta con giustizia.

In primo piano a sinistra è allestita all'aperto una specie di scuola con un maestro che siede sopra una alta cattedra a forma di baldacchino e che ha davanti a sè un leggio. Il maestro è un giovane vescovo con la mitra in testa che sta spiegando un argomento a un gruppo di discepoli, che siedono poco discosti su un piano inferiore. Il giovane vescovo è sant'Agostino, riccamente vestito con un piviale azzurro e trame dorate. Ai suoi piedi sta seduto su una piccola cattedra un monaco dalla tunica nera, quasi certamente un eremitano, che a sua volta sta leggendo un libro aperto.

I discepoli o studenti in prima fila hanno anch'essi un libro aperto fra le mani e in parte lo leggono, in parte ascoltano Agostino, in parte si svolgono verso altri quasi per discuterne. Massima è l'attenzione di questi astanti. Un grande vessillo si erge a metà quadro proponendo la scena di un re solitario, riccamente vestito con una corona in testa e nella mano destra il simbolo del potere temporale. La sua comparsa va di pari passo al tema trattato da Agostino che riguarda la persona del re giusto, capace di governare rettamente i suoi sudditi, come egli stesso tratta nel De Civitate Dei.

Sullo sfondo il miniaturista ha proposto una ampia campagna dai prati verdi con pochi alberi ed una strada che conduce verso una grandiosa città con in primo piano una poderosa cattedrale e altri alti campanili goticheggianti. Un angelo alla sommità destra regge uno stemma con tre giglio dorati su campo azzurro. Dalla parte pposta un altro angelo scende verso la cattedra di Agostino.

Nel cielo azzurro percorso da nuvole bianche, si muovono animali alati: un drago e una colomba.

 

L'opera De Civitate Dei fu scritta da Agostino dopo il Sacco di Roma compiuto dai Visigoti guidati da Alarico I nel 410, un evento che sconvolse il mondo romano ovvero. Agostino apprese la notizia mentre faceva la spola tra Ippona e Cartagine, dove si stava svolgendo un concilio. Presto gli arrivarono alle orecchie le accuse dei pagani contro il Dio cristiano che non aveva saputo difendere l'Urbe, ed assistette all'arrivo dei profughi con i loro racconti drammatici. L'eccezionalità dell'evento lo sollecita a riflettere sul senso della vita e della storia. E nel 412 intraprende un'opera che lo impegnerà per una dozzina di anni e che diventerà uno dei pilastri della cultura occidentale. L'opera appare come il primo tentativo di costruire una visione organica della storia dal punto di vista cristiano, principalmente per controbattere le accuse della società pagana contro i cristiani.