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PITTORI: Maestro di Carmagnola

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore

 

 

MAESTRO DI CARMAGNOLA

1400-1499

Carmagnola, chiesa di S. Agostino

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa che benedice i fedeli

 

 

 

Il dipinto murale che raffigura sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa di trova nella chiesa di sant'Agostino a Carmagnola. Questa chiesa presenta un aspetto monumentale e fu edificata dai frati agostiniani agli inizi del XV secolo in stile gotico (1406-1437). La sua struttura originaria fu pesantemente rimaneggiata in epoca barocca, sia internamente che esternamente. Si è tuttavia conservato l'originario stile nell'elegante abside pentagonale a contrafforti e nel campanile a monofore con l'alta cuspide conica.

La moderna facciata, originariamente in mattoni a vista, è stata ridisegnata in forma neoclassica nel 1835. All'interno si trova un pregevole coro ligneo del XVI secolo che tuttavia copre degli affreschi tardo-gotici. Altri affreschi del XV secolo sono attribuiti a Pietro da Saluzzo: una grande tela cinquecentesca viene invece fatta risalire al Moncalvo.

L'affresco di sant'Agostino è opera di un autore anonimo piemontese che lavorò nel XV secolo ancora impregnato dello stile gotico.

Il santo è stato raffigurato in atto benedicente nel suo studio, seduto su una panca. In testa porta la mitra, unico elemento che ne ricorda la dignità episcopale. Indossa piuttosto la tonaca nera degli eremitani agostiniani, chiaro riferimento alla committenza che ha sempre considerato il santo come vero fondatore dell'Ordine.

L'aspetto di Agostino è quello di un vegliardo, con una folta capigliatura e barba bianca, dallo sguardo penetrante che interroga il fedele che lo sta guardando. La scenografia è molto semplice e il pittore ha cercato soprattutto di dare grande risalto alla presenza ed alla forza ieratica del santo mentre sta benedicendo.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6