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PITTORI: Maestro catalano

Morte di Agostino

Morte di Agostino

 

 

MAESTRO CATALANO

1450-1480

Alcalà Subastas, Lotto 708

 

Morte di Agostino

 

 

 

L'opera è stata messa in vendita ad un'asta. Il soggetto raffigura la morte di sant'Agostino ed è stato eseguito in ambito quattrocentesco catalano. La tavola delle dimensioni 78 x 58,5 cm rivela espressioni stilistiche ancora goticheggianti. Probabilmente apparteneva ad un retablo (dal latino retro tabula, cioè che si trova dietro l'altare), di cui costituiva una tavole dipinte e parzialmente scolpita.

Agostino occupa la scena centrale: è disteso sul letto in abiti episcopali con la mitra in testa. Aiutato da un monaco regge con la mano destra un cero acceso. Attorno al suo letto in ginocchio stanno pregando sette monaci vestita con la tonaca nera degli agostiniani e con la tonsura sul capo. Questo particolare fa propendere per una commissione originaria dell'opera da parte di qualche monastero agostiniano. La scena è pacata e grave ma senza alcuna drammaticità. In alto a destra due angeli reggono un giovane uomo su un lenzuolo, probabilmente l'anima di Agostino che sale in cielo. Il diavolo invece se ne va lontano verso destra in direzione della finestra.

 

Agostino muore il 28 agosto 430 mentre i Vandali di Genserico stanno assediando Ippona.

 

31. 1. Quel sant'uomo, nella lunga vita che Dio gli aveva concesso per l'utilità e il bene della santa chiesa (infatti visse 76 anni, e circa 40 anni da prete e vescovo), parlando con noi familiarmente era solito dire che, ricevuto il battesimo, neppure i cristiani e i sacerdoti più apprezzati debbono separarsi dal corpo senza degna e adatta penitenza.

31. 2. In tal modo egli si comportò nella sua ultima malattia: fece trascrivere i salmi davidici che trattano della penitenza - sono molto pochi - e fece affiggere i fogli contro la parete, così che stando a letto durante la sua infermità li poteva vedere e leggere, e piangeva ininterrottamente a calde lacrime.

31. 3. Perché nessuno disturbasse il suo raccoglimento, circa dieci giorni prima di morire, disse a noi, che lo assistevamo, di non far entrare nessuno, se non soltanto nelle ore in cui i medici entravano a visitarlo o gli si portava da mangiare. La sua disposizione fu osservata, ed egli in tutto quel tempo stette in preghiera.

31. 4. Fino alla sua ultima malattia predicò in chiesa la parola di Dio ininterrottamente, con zelo e con forza, con lucidità e intelligenza.

31. 5. Conservando intatte tutte le membra del corpo, sani la vista e l'udito, mentre noi eravamo presenti osservavamo e pregavamo, egli - come fu scritto - si addormentò coi suoi padri, in prospera vecchiaia (1 Re, 2, 10). Per accompagnare la deposizione del suo corpo, fu offerto a Dio il sacrificio in nostra presenza, e poi fu sepolto.

31. 6. Non fece testamento, perché povero di Dio non aveva motivo di farlo. Raccomandava sempre di conservare diligentemente per i posteri la biblioteca della chiesa con tutti i codici. Quel che la chiesa aveva di suppellettili e ornamenti, affidò al prete che alle sue dipendenze curava l'amministrazione della casa annessa alla chiesa.

31. 7. Né durante la vita né al momento di morire trattò i suoi parenti, sia quelli dediti alla vita monastica sia quelli di fuori, nel modo consueto nel mondo. Quando viveva, dava a costoro, se era necessario, quel che usava dare agli altri, non perché avessero ricchezze ma perché non fossero poveri e non lo fossero troppo.

31. 8. Lasciò alla chiesa clero abbondante e monasteri di uomini e donne praticanti la continenza con i loro superiori; inoltre, biblioteche contenenti libri e prediche sia suoi sia di altri santi, dai quali si può conoscere quanta sia stata, per dono di Dio, la sua grandezza nella chiesa e nei quali i fedeli lo trovano sempre vivo. In tal senso un poeta pagano, disponendo che i suoi gli facessero la tomba in luogo pubblico ed elevato, dettò questa epigrafe: Vuoi sapere, o viandante, che il poeta vive dopo la morte? Ecco, io dico ciò che tu leggi: la tua voce è la mia.

POSSIDIO, Gesta Augustini 31, 1 - 8

 

Morì nella pace del Signore alla presenza dei suoi monaci che pregavano, in età di 77 anni, dopo quarant'anni di episcopato. Morì senza far testamento perchè nella sua povertà evangelica nulla aveva di cui potesse disporre.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea