Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Gregorio di Cecco di Luca

PITTORI: Gregorio di Cecco di Luca

Sant'Agostino, San Giovanni Battista, Evangelisti

Sant'Agostino, San Giovanni Battista, Evangelisti

 

 

GREGORIO DI CECCO DI LUCA

1423

Siena, Museo dell'Opera della Metropolitana

 

Sant'Agostino, San Giovanni Battista, Evangelisti

 

 

 

La figura di questo sant'Agostino compare in uno scomparto del polittico della "Madonna dell'Umiltà" che si conserva a Siena nel Museo dell'Opera del Duomo, noto anche come polittico Tolomei, di cui sono state ricomposte la predella e le cuspidi. L'opera è datata 1423.

Il polittico, originariamente destinato all'altare della Visitazione nel Duomo, di patronato della famiglia Tolomei, è coronato da una cuspide con l'Assunta; nello scomparto centrale vi è la Madonna col Bambino, angeli musicanti e la Colomba dello Spirito Santo; nei laterali vi sono i santi .Agostino, Giovanni Battista, Pietro e Paolo, sormontati da trilobi con busti degli Evangelisti; e in due cuspidi laterali, i santi Biagio e Ansano. È stata ricollegata a questo polittico una piccola cuspide con Angelo annunciante, conservata in una collezione privata torinese.

Nell'immagine assieme a sant'Agostino (sulla sinistra), si può osservare san Giovanni Battista a destra, mentre in alto, nei tondi dei pinnacoli sono raffigurati due Evangelisti. L'opera è stata realizzata su tavola di legno.

Il santo è stato raffigurato come vescovo, con la mitra in testa, mentre con la mano destra impugna il bastone pastorale e con la sinistra tiene appoggiato al corpo un libro rocco chiuso.

Il volto del santo ha un aspetto maturo con una folta barba riccioluta che gli copre il viso. Interessante è la presenza della cocolla nera degli agostiniani, che fa propendere l'esecuzione dell'opera verso una commissione agostiniana.

 

 

 

Gregorio di Cecco

Gregorio di Cecco di Luca è stato un pittore attivo a Siena nel primo Quattrocento. Nel 1402 lo troviamo già registrato nella gilda dei pittori senesi alla voce "Giorgio di Checo di Lucha". Un documento del 1418 testimonia che il pittore venne pagato per una pittura necessaria per la copertura dei registri pubblici senesi. Tale opera è meglio nota come pannello di Biccherna, oggi perduta.

Lo stile artistico di Gregorio di Cecco di Luca venne notevolmente influenzato dall'opera di Taddeo di Bartolo con cui lavorò in alcune occasioni. Con Taddeo nel 1420 ha firmato una pala d'altare nella cappella Marescotti della chiesa di sant'Agostino a Siena. Lo si desume dal manoscritto di monsignor Fabio Chigi, il futuro papa Alessandro VII, il quale nel 1625-26 vi lesse l'iscrizione "Taddeus et Gregorius de Senis pinxerunt 1420". L'opera comprendeva, nello scomparto centrale, un gruppo ligneo raffigurante la Vergine con il Bambino, nota come Madonna del Magnificat, tuttora conservata nella chiesa ed eseguita da un anonimo scultore senese. E nel 1422 divenne addirittura figlio adottivo ed erede di Taddeo. Nel 1421 Gregorio fu nominato nella commissione che doveva sovrintendere alla costruzione della chiesa e della loggia di san Paolo a Siena. La sua unica opera firmata sopravvissuta è la "Madonna dell'Umiltà" che si conserva a Siena nel Museo dell'Opera del Duomo ed è datata 1423.