Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Maestro di Cella

PITTORI: Maestro di Cella

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO DI CELLA

XV secolo

Genova, chiesa di S. Agostino presso S. Maria della Cella e S. Martino

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

Presso S. Maria della Cella sorge la chiesetta di Sant'Agostino, risalente probabilmente all'XI secolo. Ha rozza muratura, mentre l'absidiola semicircolare è suddivisa in cinque arcatelle di cui due con finestrina a strombo. Si notano alcune opere recentemente restaurate fra cui il medaglione con S. Agostino.

S. Martino e S. Maria della Cella furono in origine due chiese distinte. Il documento storico più antico conosciuto che nomina la chiesa è una "procura" del 1128. Forse ingrandita o rifatta nel Duecento, la chiesa era a tre navate e con nove altari. Tra le opere d'arte e di devozione, che conservava, assai rinomato era l'affresco del SS. Salvatore. Si trovava prima in una piccola cappella o edicola in un posto "detto dei soldati" presso i cancelli e le porte della Lanterna. Per lavori di fortificazione fatti nel 1719 la cappella fu demolita e l'affresco rimosso trasportato nella chiesa di S. Martino. Durante l'età napoleonica, il nuovo Governo con decreto 13 marzo 1799 assegnò il titolo di parrocchia a S. Maria della Cella, chiesa bella, spaziosa assai più comoda per le esigenze dei fedeli, alla quale fu trasferito l'antico affresco.

Santa Maria della Cella fu preceduta da una piccola chiesa titolata a S. Pietro e da un'altra a S. Agostino. Sull'esatta ubicazione di queste due chiese non c'è un parere concorde. Secondo alcuni storici quella di S. Pietro fu poi detta di S. Agostino; secondo altri questa sorse sull'area della scomparsa chiesetta di S. Pietro, oppure sorse accanto ad essa. In riferimento alla chiesa di S. Agostino, inglobata poi nelle murature del chiostro quattrocentesco della Cella, gli studi e le ricerche hanno dimostrato che la sua origine non è liutprandea ma che va collocata tra il X e l'XI secolo.

Qui è collocato il medaglione che riporta l'immagine mal conservata di Agostino vescovo.

La chiesa e il monastero verso il 1253 furono ricostruiti da un patrizio della famiglia Doria che ne ottenne il giuspatronato; altri importanti lavori, compreso il coro, furono eseguiti nel 1453 ancora da un Doria; gli Agostiniani eseguirono altri lavori nel 1639 e innalzarono la cupola ellittica; nel 1898 venne completata la facciata su disegno dell'architetto sampierdarenese Angelo Scaniglia arricchendola di marmi e di opere d'arte. Nel 1896 il campanile che aveva perduto la guglia nel terremoto del 1828 fu alzato fino a una altezza di 45 metri. Nel 1967 furono realizzate le nuove tre porte bronzee da tre artisti genovesi G. B. Semino scultore, pittore e affreschista, Valdieri Pestelli scultore, e lo scultore prof. G. B. Airaldi; del primo è quella in dieci pannelli raffiguranti la vita della Madonna; del secondo un'altra con dieci episodi della vita di S. Martino; del terzo artista l'altra con al centro la figura dominante del SS. Salvatore.

La chiesa fu officiata prima dai Canonici Regolari; poi passò agli Agostiniani dipendenti da S. Maria di Crescenzago (Milano). Da un documento del 10 febbraio 1282 risulta che un monaco della Cella era procuratore di Ottone arcivescovo di Milano per tutti i suoi diritti nella città di Genova e diocesi. Nella seconda metà del Trecento venne affidata in Commenda a due Cardinali del casato Fieschi mentre nel 1427 vi furono chiamati i Domenicani che vi stettero pochi anni. Passò quindi per pochi anni ai Benedettini di S. Benigno di Capofaro dal 1436 al 1440. Da ultimo vi entrarono gli Agostiniani calzati o Eremitani di S. Agostino che furono presenti fino al 1799 quando vennero estromessi e alla nuova Parrocchia di S. Maria della Cella fu premesso il titolo di S. Martino e la sua cura affidata al clero secolare.