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PITTORI: Maestro di Cori

Santa Oliva tra i santi Agostino e Monica nel monastero di Cori

Santa Oliva tra i santi Agostino e Monica

 

 

MAESTRO DI CORI

1485-1490

Cori, chiesa del monastero di S. Oliva

 

Santa Oliva da Anagni tra i santi Agostino e Monica

 

 

 

Questo affresco che decora la parete di fondo dell'abside quattrocentesco, fu inserito in un tabernacolo barocco nel 1685, dove in seguito fu coperto da una tela. Vi sono stati raffigurati sant'Agostino (a sinistra), santa Monica (a destra) e santa Oliva da Anagni (al centro). L'affresco è attribuito ad un collaboratore di Desiderio da Subiaco e Petrus di Trevi.

Oliva di Anagni nacque in questa città da nobili genitori nel V secolo e vi morì nel 492. Venerata come santa dalla Chiesa cattolica, Oliva, vergine, insieme a Secondina, Aurelia e Neomisia forma il gruppo delle quattro sante anagnine.

Destinata dai suoi genitori a nozze che non desiderava, consacrò la sua verginità a Dio, rifugiandosi nel monastero delle Benedettine di Anagni. Conobbe una vita di digiuni e sofferenze ma venne gratificata con frequenza da visioni celesti.

La più antica testimonianza del suo culto si ritrova in una epigrafe di consacrazione dell'altare a lei dedicato in Anagni da Anacleto II (1130-1138), antipapa, il 7 settembre 1133. La chiesa di santa Oliva in Anagni è nota da un documento del 1256, mentre si hanno notizie fin dal 1295 di una chiesa a lei intitolata in Trivigliano. Un'altra sua chiesa è stata edificata a anche a Castro dei Volsci he pare risalga al XII secolo oltre che a Cori.

Quest'ultima chiesa, in forma basilicale con cinque navate (oggi ne rimangono solo quattro) di stile romanico, fu edificata nella prima metà del XII secolo sui resti di un tempio romano forse dedicato a Giano e venne dedicata alla martire Oliva. Nel XIII secolo fu edificato il campanile. Tra il 1467 ed il 1480 fu demolita la navata occidentale e venne costruita la cappella del crocefisso o di S. Agostino. La cappella ha forma rettangolare con volta a botte ed abside. Nella volta un ciclo pittorico che narra storie del vecchio e nuovo testamento (1533). Nella controfacciata un affresco del giudizio universale (1540) in parte coperto dalla cantoria (XVII secolo). Nell’abside affresco degli apostoli ed incoronazione della Vergine tra angeli e santi (1507). Contestualmente alla cappella del crocefisso, per volere del Priore dell'Ordine Agostiniano, Ambrogio Massari, è stato edificato alle spalle della chiesa il convento agostiniano (1467-1481), con affreschi nella sala capitolare e chiostro con loggiato. Oggi l'ex convento è sede del museo della città e del territorio.

I tre santi reggono in mano un libro aperto da cui si può leggere, per Agostino, ANTE OMNIA FRATRES CARISSIMI DILIGITUR DEUS, chiaro riferimento alla regola agostiniana seguita nel convento di Cori; per sant'Oliva EGO OLIVA FRUCTIFICAVI IN MODO DOMINI NOSTRI e per santa Monica, OREVIT FRUCTUS LACRIMARUM MEARUM, che si riferisce alla sua diuturna preghiera perchè il figlio diventasse cristiano. Agostino indossa il piviale episcopale regge in mano il bastone pastorale: ha i guanti alle mani e sotto il piviale si scorge l'abito dei frati agostiniani, secondo una consuetudine molto diffusa ancora nel Seicento. Monica, che ha l'aureola in testa, veste con abiti monacali femminili agostiniani. Santa Oliva appoggia alle spalle un ramoscello di olivo e indossa un abito monacale.