Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Anonimo Folignate

PITTORI: Anonimo Folignate

La volta della sacrestia con i Dottori della Chiesa

La volta della sacrestia con i Dottori della Chiesa

 

 

ANONIMO FOLIGNATE

1400-1446

Montefalco, Chiesa di Sant'Agostino

 

Sant'Agostino vescovo

 

 

 

Questo bella raffigurazione del vescovo di Ippona è opera di un anonimo pittore probabilmente di Foligno che affrescò nel Quattrocento la volta della sagrestia della chiesa di sant'Agostino a Montefalco in Umbria.

Questa spettacolare sagrestia, forse in origine oratorio, è tutta decorata da affreschi del primissimo Quattrocento. Sulla parete sinistra è affrescata un'Edicola con vaso fiorito e vedute di paese; sulla parete di fondo l'Annunciazione; su quella destra la Crocefissione; su quella d'ingresso Veduta di città, forse la Città di Dio di sant'Agostino; nella volta sono raffigurati Cristo, i Quattro Dottori e vari Santi.

In questa località è presente dal XIII secolo una comunità di agostiniane che cura con particolare attenzione la devozione al santo. In questa raffigurazione cromaticamente molto ricca, il pittore ci presenta un Agostino nelle abituali vesti vescovili, per quanto compaia anche il nero saio dei monaci agostiniani a rimarcare il tenace legame che lega quest'ordine al grande dottore della Chiesa. Agostino ha un viso maturo e tiene con la mano destra il bastone pastorale, con la sinistra un libro. L'espressione del viso è severa ma nello stesso tempo autorevole.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore./p>

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6