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PITTORI: Berthold Furtmeyr

Battesimo di sant'Agostino

Battesimo di sant'Agostino

 

 

FURTMEYER BERTHOLD

1478-1489

Monaco, Bayerische Staatsbibliothek

 

Battesimo di sant'Agostino

 

 

 

La miniatura che raffigura il battesimo di Agostino si trova in uno dei cinque volumi che Furtmeyr Berthold decorò a Regensburg fra il 1478 e il 1489 per realizzare un Messale che gli era stato commissionato da Bernhard von Rohr Principe Vescovo di Salisburgo. Attualmente l'opera si trova a Monaco di Baviera, alla Bayerische Staatsbibliothek sotto il titolo di Cod. lat 15 711. La miniatura posta in corrispondenza dell'Officium Sancti Augustini mostra la scena del battesimo del santo a Milano.

Berthold Furtmeyr è stato un famoso pittore miniaturista quattrocentesco. Fra il 1470 e il 1501 lo troviamo fra i più notabili cittadini di Ratisbona. Nel 1470 il suo nome compare in un Testamento. ha realizzato varie composizioni, fra cui ricordiamo i due volumi scritti da G. Rorer nel 1468 e arricchiti da miniature tra il 1470 e il 1472. Furtmeyr ha disegnato in questa occasione, oltre a numerosi piccoli quadri a guazzo, diverse iniziali e arabeschi. E' ricordato tuttavia soprattutto per la pittura del messale di cui sopra in cinque volumi, che è considerato la sua massima espressione artistica.

La scena del battesimo di Agostino segue un cliché abbastanza ben consolidato: Agostino, ignudo, è immerso nella vasca battesimale con una lunga capigliatura bionda e le mani incrociate sul petto, mentre Ambrogio gli tocca la testa e lo battezza. Tutt'intorno c'è una gran folla che assise, religiose e religiosi: in prima fila si nota a sinistra la madre Monica (contrassegnata da una aureola nera) e a destra Alipio e Simpliciano.

Due cartigli riprendono la tradizionale leggenda che vuole che Agostino e Ambrogio intonassero in questa occasione il Te Deum. Vi si legge infatti: TE DEU(M) LAUDAM(US) TE DOM(IN)UM CONFITEMUR da Ambrogio e la risposta di Agostino TE ETERNUM PATREM OMNIS (T)E(R)RA VENERATUR.

La scena di svolge all'interno di un grande edificio gotico, contrassegnato da diversi elementi religiosi, fra cui le state che dall'alto, sembrano vegliare sull'evento.

 

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14