Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Matteo da Gualdo

PITTORI: Matteo da Gualdo

Sant'Agostino e san Gregorio Magno

Sant'Agostino e san Gregorio Magno

Sant'Agostino e san Gerolamo

San Gerolamo e sant'Agostino

 

 

MATTEO DA GUALDO

1450-1474

Capodimonte, località Isola Bisentina, Oratorio di Monte Calvario

 

Sant'Agostino, san Gregorio Magno e i Dottori della Chiesa

 

 

 

Questo affresco opera di un pittore umbro che è possibile identificare in Matteo da Gualdo si trova nell'Oratorio di Monte Calvario il località Isola Bisentina a Capodimonte.

Altri attribuiscono l'affresco a un seguace di Benozzo Gozzoli, quale, oltre a Matteo da Gauldo, Francesco Melanzio, Ugolino di Gisberto, o uno dei tanti seguaci umbri del pittore toscano. L'affresco è dipinto  muro entro una cornice rinascimentale e raffigura i Dottori della Chiesa entro nicchie ravvicinate fra cui i due santi Agostino e Gregorio Magno papa.

Gregorio è facilmente riconoscibile per la tiara intesta e se ne sta seduto su un trono. Agostino, alla sinistra, è anch'egli seduto, indossa gli abiti episcopali e trattiene con la mano sinistra un libro chiuso sulla ginocchia.

Sotto il mantello azzurro si osserva un abito più scuro, probabilmente la cocolla nera dei monaci agostiniani.

L'oratorio di Monte Calvario, detto anche del Crocefisso, sorge all'estremità orientale dell'isola Bisentina nella località detto "la Cava", dove in antico si estraeva il tufo. La presenza di questo oratorio ha originato un percorso che sale fino a San Gregorio, costeggiando la cresta sovrastante il dirupo sul lago. L'edificio è preceduto da un atrio con un semplice spiovente che introduce a un grandioso arco a tutto sesto. L'interno della chiesa è di modeste dimensioni, illuminato da una sola finestra laterale. La volta si presenta in uno stile a botte. Nella parete di fondo si apre la splendida Cappella del Crocifisso, così chiamata per la rappresentazione del Golgota. Ai piedi del Crocefisso, tra la Vergine e san Giovanni Evangelista stanno, inginocchiati, i santi Francesco e Bernardino da Siena. Nella controfacciata appare il Cristo al sepolcro, inquadrato entro un fregio floreale e lungo le pareti sono inquadrate, entro campi architettonici e fregi rinascimentali, le figure dei quattro Dottori della Chiesa. Nella volta a botte, chiusi entro clipei, sono raffigurati il Cristo benedicente e gli Evangelisti.

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

 

Matteo da Gualdo

Pietro di Giovanni di Ser Bernardo nacque a Gualdo Tadino verso il 1435 e vi morì nel 1507.

Matteo da Gualdo è stato uno dei più importanti esponenti di una famiglia di notai-pittori che ha lasciato straordinarie testimonianze nel territorio di Gualdo e nelle vicine città di Nocera Umbra e Assisi. Formatosi sull'esempio del folignate Bartolomeo di Tommaso, la sua prima opera documentata è una Madonna in trono e santi che risale al 1462 e che è conservata nella Pinacoteca di Gualdo Tadino.

Nel 1468 realizzò la decorazione ad affresco dell'oratorio dei pellegrini ad Assisi. Tra le sue opere più importanti si ricordano: le storie di San Giuliano nella chiesa di San Francesco a Gualdo Tadino; una Madonna e santi nella chiesa di San Paolo ad Assisi. Un Trittico con Madonna con Gesù Bambino, san Francesco e san Sebastiano (1475 ca.) e un affresco con Madonna con Gesù Bambino, san Francesco e sant'Antonio abate (1475) sono conservati nel Museo diocesano. Dipinse anche la cripta di san Rufino ad Assisi. Altre sue opere si possono osservare anche nella Pinacoteca comunale locata all'interno della Rocca Flea di Gualdo Tadino. Nel 1484, per i servizi resi, i rettori delle arti di Gualdo donarono a Matteo una ingente quantità di denaro e di terreni sparsi per tutto il territorio di Gualdo Tadino.

Fondamentali per la sua formazione furono Girolamo di Giovanni e, in genere, tutta la cultura pittorica diffusa nell'orizzonte culturale marchigiano. La lunga permanenza ad Assisi, dove svolse l'attività di notaio, lo portò in contatto con la scuola folignate ed in particolare con Nicolò Alunno, dal quale venne notevolmente influenzato. L'esito di questa combinazione fu lo svilupparsi di un suo stile fortemente personale, ricco di spunti fantastici ed a tratti irrealistici, come le pose espressive dei volti o certi gesti bruschi e quasi innaturali. Nell'ultimo periodo la sua sensibilità artistica si avvicinò ai canoni stilistici di Carlo Crivelli.