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PITTORI: Isaia da Pisa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: Monumento funebre di Eugenio IV

 

 

ISAIA DA PISA

1447-1453

Roma, chiesa San Salvatore in Lauro

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La figura scolpita di Agostino si trova nella nicchia inferiore sinistra del monumento funebre che Isaia da Pisa e la sua bottega realizzarono per papa Eugenio IV (1441-1447) nella Basilica di San Pietro. L'opera venne commissionata dal cardinale Francesco Condulmer nipote del papa e fu eretta nella Basilica fra il 1450 e il 1460. All'epoca di Paolo II Barbo (1464-1471) il monumento venne trasferito nella chiesa di san Salvatore in Lauro: la ricostruzione non pare abbia seguito fedelmente l'originale, creando un miscuglio di elementi e di parti spurie.

La nuova ubicazione veniva incontro ai desideri della congregazione dei Canonici regolari di san Giorgio in Alga, di regola agostiniana, fondata nel 1404 da Lorenzo Giustinian, Antonio Correr e Gabriele Condulmer, futuro papa Eugenio IV. I resti del pontefice restarono nel monastero nonostante la richiesta di trasferirli nelle Grotte Vaticane e nel 1591 il monumento venne sostato nel chiostro a doppio portico, dove rimase fino al 1859, quando fu trasferito nel refettorio, dove tuttora staziona in un locale che viene indicato come Salone dei Piceni.

Isaia mostra in quest'opera, stilisticamente piuttosto omogenea, una cultura tardo gotica aggiornata con motivi decorativi di matrice classicista tratti dalla scultura proto rinascimentale toscana. La figura di Agostino è inserita in una icchia a conchiglia, come per gli altri Dottori della Chiesa. Il santo, scolpito a figura intera, ha il pastorale nella mano sinistra e un libro nella mano destra. E' abbigliato con i paramenti episcopali, su cui spicca la presenza della cocolla degli eremitani, ordine a cui il papa fu particolarmente legato e che seguiva la medesima regola.

 

 

Isaia da Pisa

Non si conosce la data esatta di nascita, probabilmente verso il 1410, di questo scultore originario di Pisa, figlio di Filippo di Giovanni, marmoraro documentato nella città toscana dal 1414 al 1427. È probabile che Isaia sia giunto a Roma prima del 1431, quando il padre risulta impiegato nel cantiere del palazzo del Laterano. Isaia fu uno scultore specializzato nella produzione di bassorilievi, attivo tra il 1447 e il 1464, soprattutto nelle città di Roma e di Napoli dove oggi si possono ammirare molte delle sue opere. Sul finire degli anni Quaranta ricevette la commissione del Monumento funebre del cardinale di Portogallo Antonio Martinez de Chávez, morto nel 1447, da erigersi a Roma nella basilica di S. Giovanni in Laterano.

Questo sepolcro rappresenta il primo esempio di monumento funebre di forme rinascimentali che sia stato realizzato a Ro e rivela un attento recupero del repertorio formale e decorativo dell'arte antica. Questa modalità costituirà una caratteristica costante dell'intera sua produzione scultorea.

Nel settembre del 1450, in qualità di "experto magistro", fu chiamato dai fabbricieri dell'Opera del Duomo di Orvieto, grazie al capomastro Giovannino di Meuccio da Siena, a fornire un disegno relativo al coronamento della facciata in costruzione.

Dal maggio del 1456 è documentato a Napoli, dove fu impegnato nel cantiere scultoreo dell'arco aragonese di Castel Nuovo, inaugurato l'anno precedente. Due attestati di pagamento del 1458 rivelano che l'artista collaborò in questo periodo con Antonio da Pisa, Pietro da Milano, Domenico Lombardo, Francesco Adzara e Paolo Taccone detto Paolo Romano

Tornato a Roma, diede inizio a un intenso periodo di collaborazione con Paolo Taccone, con cui lavorò contemporaneamente in diversi cantieri, aperti in quegli anni da Pio II nella Basilica e nei Palazzi Vaticani.

L'ultimo attestato dell'attività di Isaia risale a un mandato di pagamento del 29 agosto 1464 che testimonia la conclusione dei lavori per il Tabernacolo di sant'Andrea. Vista la mancanza di ulteriori testimonianze, si presume che il maestro sia morto poco tempo dopo.