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PITTORI: Tommaso Malvito

Agostino vescovo e cardioforo

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

TOMMASO MALVITO

1476

Napoli, chiesa di San Giovanni a Carbonara, cappella Miroballo

 

Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

L'altare Miroballo, cui appartiene questa scultura di sant'Agostino, posta sul pilastro destro del registro inferiore, fu commissionato probabilmente da Antonio Miroballo, presidente della Regia Camera della Sommaria dal 1432 e vescovo di Lettere nel 1478. Il casato dei Miroballo era una delle più importanti famiglie nobiliari del Regno di Napoli già all'epoca di Giovanni (morto nel 1465), padre di Antonio, banchiere di successo del vicereame aragonese che aveva acquistato numerosi feudi nel circondario di Napoli. 

L'altare si presenta con la forma di un grande arco decorato da rilievi e sculture che sono disposte su due registri. Dedicato a san Giovanni Battista, si divide in quattro scomparti frontali e presenta elementi decorativi anche nelle fasce esterne delle colonne laterali. Sul fianco destro ospitano le storie di san Giovanni Evangelista. Lo scomparto superiore, definito da un arco a tutto sesto, propone le scene in mezzorilievo della Madonna in trono col bambino al centro, mentre ai lati troviamo san Giovanni Battista e Antonio Miroballo a sinistra e san Giovanni Evangelista e la moglie del Miroballo, Caterina Abate, a destra. In alto lo scomparto è sormontato da una lunetta dove spicca l'immagine di san Michele che sconfigge il diavolo e al suo interno è raffigurato Dio Padre sorretto da due angeli e ai lati i santi Pietro e Paolo.

I pilastri ospitano i Dottori della Chiesa, fra cui Agostino, che è scolpito in abiti episcopali con il saio dei monaci eremitani. Nella mano sinistra regge un libro chiuso, mentre la destra sembra impugnare qualcosa. Probabilmente era il pastorale, che è andato perduto. In testa il santo porta la mitra.

Il volto, dall'espressione ieratica, è abbellito da una folta barba riccioluta. Oltre ad Agostino sono presenti anche le statue di Monica e san Nicola da Tolentino.

Gli studi condotti sullo stile esecutivo della cappella riconducono a quello alla maniera lombarda, sia pure di diverse mani, tra queste si ipotizzano maggiormenete le azioni di Tommaso Malvito, Giovan Tommaso Malvito e Jacopo della Pila. Altre ipotesi inseriscono nell'elenco dei possibili esecutori anche Pietro e Francesco da Milano, nella cui bottega si formò in quegli anni Tommaso Malvito.

 

 

 

Tommaso Malvito

Poco si conosce della sua vita. Fu certamente allievo di Pietro di Martino da Milano, nella cui bottega imparò fin da piccolo l'arte della scultura. Dal 1476 al 1483 si trasferì a Marsiglia, dove lavorò sotto la direzione dell'architetto Francesco Laurana, impegnato nella realizzazione dell'Arco di Castelnuovo. La sua attività autonoma è accertata a partire dal 1484. Da quest'anno fino al 1508 operò nella sua bottega di Napoli, assieme al figlio Giovanni Tommaso Malvito. Il suo primo contratto è relativo ad un lavoro per le monache del Convento di San Sebastiano. Dal 1490 al 1491 fece società con Lorenzo da Pietrasanta. Tra il 1490 e il 1491 opera a Fondi su commissione del conte Onorato II Caetani per il quale realizza una coppia di pulpiti e un tabernacolo per la collegiata di S. Maria Assunta. La sua bottega realizza un piccolo portale nel convento di S. Francesco di Minturno, ristrutturato in quegli anni dal medesimo Onorato II. Tra i monumenti funebri eseguiti su commissione della nobiltà napoletana si possono citare quelli per il barone Antonio D'Alessandro e la consorte Maddalena Riccio (1491), di cui rimane una parte nella chiesa di Sant'Anna dei Lombardi e l'altare in altorilievo marmoreo di San Girolamo nella Chiesa di San Domenico Maggiore, parte del monumento funebre del conte Michele Riccio (1515). Nel periodo più ricco di capolavori realizza il Succorpo del Duomo e il portale marmoreo della Casa dell'Annunziata. La sua bottega era piena di artisti di provenienza diverse.