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PITTORI: Maestro di Riofreddo

Sant'Agostino e san Giovanni Evangelista

Sant'Agostino e san Giovanni Evangelista

 

 

MAESTRO DI RIOFREDDO

1422

Riofreddo, Oratorio dell'Annunziata

 

Sant'Agostino e san Giovanni Evangelista

 

 

 

Il dipinto è un affresco a muro che si conserva nell'Oratorio dell'Annunziata a Riofreddo nel Lazio. Non si conosce la vera identità dell'autore, un pittore del primo Quattrocento, che viene abitualmente indicato come Maestro di Riofreddo. Costui affrescò i Dottori della Chiesa ai lati dell'asse longitudinale della volta a botte che copre l'oratorio. Nell'immagine l'artista ha dipinto, a sinistra, sant'Agostino seduto davanti a uno scrittoio intento a meditare e a scrivere, e, a destra, san Giovanni Evangelista, anch'egli seduto e colto nell'atto di redigere di proprio pugno alcune pagine del Vangelo. La scena presenta architetture gotiche in una scenografia spettrale, dove prevale il silenzio e il senso del mistero. Agostino indossa i suoi abiti episcopali e porta in testa la mitra. Un piccolo edificio con tettuccio lo copre e lo isola dal mondo circostante.

Il degrado purtroppo ha colpito malamente questa parte della volta: attualmente quasi completamente persa è la figura di Giovanni, mentre restano ancora parzialmente leggibili l'aquila con il cartiglio, la parte dell'edicola e la forma del leggio appoggiato sullo scrittoio.

Gli affreschi dell'Oratorio dell'Annunciata furono realizzati nel 1422, durante il Pontificato di Martino V Colonna. Il committente dell'opera fu Antonio Colonna, Miles Rivifrigidi, del ramo di Riofreddo, che viene abitualmente identificato nella figura umana sostenuta dall'angelo in alto alla destra di Cristo. La decorazione va compresa in una serie di attività promosse all'indomani della conclusione dello Scisma d'Occidente, che coinvolse il territorio fuori l'Urbe. L'oratorio è decorato da numerosi affreschi che raffigurano diversi episodi legati alla vita di Cristo. Troviamo l'Annunciazione, la Crocifissione, Cristo in gloria tra gli angeli, gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa, finte tappezzerie. I pittori che lavorarono nella affrescatura dell'oratorio della Santissima Annunziata di Riofreddo manifestano influssi stilistici di derivazione giottesca e del gotico internazionale, probabilmente legati al panorama artistico allora prevalente a Foligno. Antonio Colonna, avvalendosi per la definizione del programma di consulenze di filosofi o teologi esperti di dottrina orientale, volle che nella volta sul lato orientale nell'angolo verso il portale venisse raffigurato san Gregorio Nazianzeno e all'angolo verso l'altare trovasse posto l'immagine di San Gerasimo. In tal modo Colonna intendeva compiere un intervento per supportare la riunificazione della Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente, appena dopo la fine dello scisma d'Occidente, concluso da Martino V nel 1420.

Figlio di Zebedeo e Salomè e fratello dell'apostolo Giacomo il Maggiore, Giovanni prima di seguire Gesù era discepolo di Giovanni Battista. I vangeli gli attribuiscono un ruolo speciale all'interno della cerchia dei dodici apostoli. Il luogo e la data di nascita non ci sono noti. La tradizione successiva che lo indica come il più giovane degli apostoli, o meglio come l'unico di questi morto in tardissima età.

La vocazione di Giovanni da parte di Gesù è esplicitamente narrata dai tre vangeli sinottici. Matteo (4,21-22) e Marco (1,19-20) ne forniscono un sobrio resoconto: i due fratelli Giovanni e Giacomo vengono chiamati da Gesù "presso il Mare di Galilea" mentre sono sulla barca col padre Zebedeo, intenti a riparare le reti da pesca.

In At. 3,1-11 viene descritto il miracolo della guarigione di un uomo storpio dalla nascita, compiuto da Pietro e Giovanni presso la porta "bella" del tempio di Gerusalemme. La grande risonanza che il fatto ebbe portò all'arresto dei due apostoli che furono fatti comparire davanti al Sinedrio. Il consiglio però non li punì e li lasciò liberi (At. 4,1-21).

Circa gli anni successivi agli eventi narrati negli Atti, le antiche tradizioni cristiane concordano nel collocare l'operato di Giovanni in Asia (cioè l'attuale Turchia occidentale), in particolare a Efeso, con una breve parentesi di esilio nell'isola di Patmos.