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PITTORI: Maestro di Sepeshely

Agostino vescovo dal cuore trafitto

Agostino vescovo dal cuore trafitto

 

 

MAESTRO DI SEPESHELY

1480-1490

Budapest, Szépmuvészeti Mùzeum

 

Agostino vescovo dal cuore trafitto

 

 

 

La tavola probabilmente apparteneva ad un'anta della pala d'altare presente sull'altare della Vergine Maria nella chiesa dedicata a San Martino a Sepeshely. Sui pannelli dorati, che vengono scoperti nei giorni festivi, sono dipinte alcune importanti scene dell'infanzia di Gesù. I pannelli, che nei giorni feriali sono rivolti ai fedeli, hanno una struttura compositiva più semplice e rappresentano i due Padri della chiesa Girolamo e Agostino maestro della Chiesa e vescovo di Ippona. Presumibilmente la pala d'altare era decorata con statue. Le figure hanno una durezza nei lineamenti e nella postura quasi scultorea: lo si nota soprattutto nella scena centrale in quella di Maria Annunciata e nei panneggi bianchi e gialli di Gabriele. Netti sono gli effetti di luce e ombra, i colori vivaci, il presepe il suo paesaggio notturno che fluttua nell'oscurità bluastra dello sfondo. Questi elementi stilistici inducono a ritenere che siano una modalità tipica di un pittore talentuoso, che richiama influenze artistiche olandesi. Molte sono le chiese presenti a Sepeshely e tra gli altari laterali, le tavole dell'altare dell'Incoronazione di Maria, datate 1499, mostrano il più alto livello artistico. La bottega che realizzò l'altare ebbe un impatto significativo sulla produzione artistica dell'intera regione. Il dipinto testimonia l'alta qualità artistica del centro ecclesiastico di Szepesség che era collegato a quest'area.

La tavola, delle dimensioni di 180×63 centimetri è stata dipinta a tempera su legno di pino ed appartiene alla collezione antica ungherese nella sezione dell'arte gotica relativa alle decorazioni delle chiese.

Sant'Agostino, qui rappresentato a figura intera, indossa i paramenti episcopali con tutti i suoi attributi: una mitra elegante bianca in testa e un lungo e robusto bastone pastorale appoggiato sulla spalla sinistra. Nella mano destra il santo regge un cuore rosso trafitto da una freccia. Questo simbolo richiama gli scritti di Agostino in cui dichiara di essere stato trafitto dall'amore di Cristo.

Questo episodio è ricordato da CORNELIUS LANCELOTZ nella sua opera Sancti Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita pubblicata ad Anversa nel 1616, dove scrive: "Nihilominus asserunt nonnulli viri grave (forsitan inducti verbis hisce Augustini, sagittaveras tu Domine caritate tua cor meum etc.) non tantum spirituali vulnere seu tralaticio, verum etiam arcanis sacrorum vulnerum Iesu Christi stigmatis sanctum Augustini cor fuisse."

Sotto il piviale di un verde scuro intenso si nota agevolmente la presenza della tunica nera dei monaci agostiniani. La sua presenza può indicare una committenza all'interno dell'Ordine, come pure il riprodursi della tradizionale convinzione che l'Ordine agostiniano avesse in Agostino il suo Padre fondatore.

Lo sfondo alle spalle del santo è spoglio, con rari oggetti in primo piano, nello stile povero tipico del Quattrocento.