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PITTORI: Hans Strigel il Giovane

Santi Gregorio, Giovanni Evangelista e Agostino

Santi Gregorio, Giovanni Evangelista e Agostino

 

 

HANS STRIGEL IL GIOVANE

1470

Budapest, Szepmuveszeti Museum

 

Santi Gregorio, Giovanni Evangelista e Agostino

 

 

 

Quest'opera fu eseguita dal pittore tedesco Hans Strigel il Giovane, che è documentato a Memmingen, tra il 1450 e il 1480, figlio dello scultore Yvo. La tavola risale al 1470 circa e fu eseguita con la tecnica a olio su abete rosso. Misura 205×224 cm.

Nella tavola sono stati raffigurati in stile gotico i santi Gregorio Magno papa, Giovanni evangelista ed Agostino. Sulla sinistra si riconosce papa Gregorio con la tiara in testa e il suo caratteristico bastone pastorale con la tripla croce. Tiene fra le mani un libro aperto su cui sta scrivendo con una penna. Veste in modo elegante e i movimenti del corpo gli conferiscono una buona dinamicità espressiva. Al centro di trova san Giovanni, dall'aspetto giovanile che tiene fra le mani un calice. Indossa un abito semplice con tunica bianca. Il suo capo è avvolto da un nimbo su cui si legge la scritta "SANCTUS IOANNES ORA PRO NOBIS".

A destra è ritto in piedi a figura intera sant'Agostino. Il suo volto ha un aspetto arcigno, che contrasta con la dolcezza dei lineamenti degli altri due santi. Il volto ha un'espressione matura. Con la mano sinistra regge un elegante bastone pastorale. In testa porta una mitra sfarzosa al pari del piviale che indossa. Sul petto è ricamato un grande crocefisso accompagnato da figure bibliche, la Vergine e Giovanni che stavano sotto la croce al momento del trapasso di Cristo. nella mano destra, accuratamente inguantata, Agostino tiene un cuore trafitto da una freccia, che avvicina al suo petto. Questo simbolo iconografico agostiniano trae origine da un brano delle Confessioni, che vi fa esplicito riferimento:

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3

 

 

Bernard Strigel

Bernard nacque a Memmingen nel 1461, figlio di Ivo Strigel. Il padre esercitava la professione di scultore. Ancora giovane fu mandato a fare apprendistato presso la bottega del pittore Bartolomeo Zeitblom a Ulma. Dopo avere acquisito una certa notorietà, fu chiamato dall'Imperatore del Sacro Romano Impero Massimiliano I d'Asburgo presso la sua Corte e lo fece il suo principale ritrattista. Fu al servizio dell'imperatore nelle città di Augusta, Innsbruck e Vienna. Strigel è noto soprattutto come ritrattista, ma eseguì anche tematiche a carattere religioso. Tra queste ultime ricordiamo, tra le altre opere, La vita di Maria e dieci tavole raffiguranti la Genealogia di Cristo. Morì a Memmingen nel 1528.