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PITTORI: Maestro tedesco

La macina mistica e i Dottori della Chiesa

La macina mistica, la Vergine, gli Evangelisti, gli Apostoli e i Dottori della Chiesa

 

 

MAESTRO TEDESCO

1470

Ulm, Ulmer Museum

 

La macina mistica e i Dottori della Chiesa

 

 

 

La pala appartiene a un trittico, che a sportelli chiusi, presenta le raffigurazioni dell'Ultima Cena e della lavanda dei piedi. Il mulino dell'ostia di Ulm proviene originariamente da un altare alato in cui il dipinto occupa il pannello centrale. Non è nota la collocazione originaria della tavola, pervenuta al Museo di Ulm solo nel 1971 dalla canonica di Ertingen dove era custodita da tempo immemorabile. Il dipinto è stato realizzato con la tecnica mista su legno dalle misure di cm 137 in altezza 156 cm in larghezza.

Il soggetto dell'opera introduce la tematica dell'incarnazione di Cristo e della sua presenza nella Eucarestia, presenti negli scomparti interni, che al centro mostra la macina o mola mistica. La scena è piuttosto complessa e piena di significati simbolici e teologici. Nel piano superiore sono raffigurati Maria, la colomba dello Spirito Santo e i quattro evangelisti, ciascuno caratterizzato dal proprio simbolo alato: l'aquila, un essere umano, un toro e un leone. Tutti sono impegnati a versare del grano in un mulino azionato dagli apostoli. Dopo il passaggio della farina dall'imbuto cadono delle ostie ben formate. Queste vengono raccolte in un calice d'oro dai quattro Padri della Chiesa inginocchiati, che da sinistra a destra sono Ambrogio, Gerolamo, Agostino e Gregorio Magno. La scena è arricchita dalla comparsa dell'apparizione del Cristo fanciullo. La macina per ostie è un simbolo dell'incarnazione di Cristo e della sua presenza corporea nel sacramento celebrato all'altare. L'artista ha cercato di creare una struttura dell'episodio dall'immagine moderna, anche se a prima vista il dipinto sembra appiattito sullo stile del passato. L'artista suggerisce corporeità attraverso il disegno del vestiario dalle lussureggianti pieghe tubolari. Ottiene spazialità grazie alla realizzazione di un mulino e di una piattaforma su cui i apostoli lavorano e dei Padri della Chiesa sono inginocchiati. Questo genere di rappresentazioni di mulini si trova piuttosto raramente e non è certamente una invenzione del pittore. E' alquanto più probabile che un sacerdote o un laico con una formazione teologica abbia dato le istruzioni per la composizione del quadro. Forse anche una stampa o una xilografia sono servite all'artista come modello.

La mola azionata dagli Apostoli vede i Dottori della Chiesa intenti a tenere il calice con il Bambino, simbolo della avvenuta transustanziazione delle ostie. Gerolamo ed Gregorio Magno sono facilmente distinguibili, grazie alla veste cardinalizia e alla tiara, mentre Agostino ed Ambrogio non presentano simboli in grado di riconoscerli l'uno rispetto all'altro. Entrambi indossano i paramenti episcopali, un piviale verde, una mitra circondata dal nimbo dei santi e un volto ancora giovanile.