Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Maestro di Ceneda

PITTORI: Maestro di Ceneda

Agostino scrive la regola

Agostino scrive la regola

 

 

MAESTRO DI CENEDA

1640-1650

Ceneda Vittorio Veneto, chiesa di santa Maria Maggiore

 

Agostino scrive la regola

 

 

 

Il quadro che è collocato nella Sala Capitolare all'ingresso della chiesa dall'interno della casa, mostra sant'Agostino che scrive probabilmente la Regola, che le monache seguivano. Il santo è raffigurato a mezzo busto con tutti i suoi paramenti episcopali. In testa porta una bella mitra ornata di ricami, mentre alle sue spalle si intravede il bastone pastorale. Con mano destra impugna una penna d'oca con cui sta scrivendo su una pagina di un libro che tiene aperto sul piano dello scrittoio. Il volto di Agostino ha un aspetto meditativo che esprime una notevole serenità interiore. La sua attenzione sembra rivolta completamente alla stesura di un testo sulla pagina. Una foltissima barba gli scende dal mento e gli conferisce quel senso di maturità e di vetustà che trapela dalla compostezza della sua espressione.

L'allocazione del quadro in un istituto che appartenne alle suore agostiniane fa supporre che l'opera raffigura la stesura della regola, che originariamente era proprio destinata alle comunità femminili.

 

 

Dalla piazza Duomo della cittadina di Ceneda di Vittorio Veneto si può raggiungere la chiesa di S. Maria Maggiore presso il Collegio S. Giuseppe. Nasce annessa al collegio delle Reverendissime Madri di Sant'Agostino riformate cinturate. La chiesa, in stile barocco, fu eretta nel 1621 dalle monache agostiniane, insieme al convento adiacente. Il campanile è probabilmente della stessa epoca. Chiesa e convento dal 1810 al 1860 furono soppressi, acquistati e utilizzati da privati. Nel 1848 ospitarono anche truppe austriache. Dal 1860 fino ai nostri giorni la chiesa è stata riaperta al culto ed è curata dalle Suore Figlie di S. Giuseppe del beato Luigi Caburlotto di Venezia. Nonostante le tumultuose vicende di quattro secoli, l'interno, ad una navata, conserva la struttura e l'ornamento originario. L'altare maggiore, sovrastato da una pala raffigurante su tela la Madonna che si venera nella basilica romana di S. Maria Maggiore (da cui uno dei titoli della chiesa che in origine era denominata Chiesa del Gesù) è in marmo, sormontato da due angeli adoranti e ornato da un bei paliotto pure in marmo. Il soffitto presenta un ornato in stucco che contorna tre tele affreschi che raffigurano scene di vita di S. Agostino e S. Girolamo Emiliani il santo veneziano fondatore dei Somaschi e degli Orfanotrofi oltre a otto affreschi in monocolore rosso di Venezia (le virtù teologali e cardinali) già assegnati a Nicolò Bambini e giudicati di alto interesse artistico. Nella fascia perimetrale delle pareti laterali, sono affrescati i quattro Evangelisti e quattro Padri della Chiesa. Sulla cantoria dell'organo cinque piccole tele di fattura popolare illustrano i misteri dolorosi. Di notevole interesse l'antica "Sala Capitolare" con quattro tele, stucchi e pavimentazione originale del tipo a terrazzo veneziano.