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PITTORI: Mateo Cerezo

Sant'Agostino davanti alla Vergine di Mateo Cerezo

Sant'Agostino davanti alla Vergine

 

 

MATEO CEREZO

1663

Madrid, Museo del Prado

 

Sant'Agostino in ginocchio davanti alla Vergine

 

 

 

 

Questo seicentesco pittore spagnolo ci offre un'immagine di sant'Agostino in età giovanile con una lunga barba e vestito da monaco. Agostino è in estasi in ginocchio davanti a un tavolo su cui è posto un libro socchiuso. Il suo sguardo è rivolto in alto, dove si intravede la Vergine Maria con in braccio il Bambin Gesù. Il quadro esprime la grande venerazione degli agostiniani per la figura della Madonna che ha portato in quei secoli alla costituzione dei cinturati, ovvero di coloro che erano animati di devozione alla cosiddetta Madonna della Cintura.

 

L'episodio riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano. Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant'Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna. L'eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi. Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.

Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all'aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell'Irlanda. Nei secoli precedenti era stato l'accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città. Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.

Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.

Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.

 

Mateo Cerezo

Mateo Cerezo nasce a Burgos nel 1637 e muore a Madrid nel 1666). Pittore barocco spagnolo si formò alla scuola del padre. Nel 1654 si trasferisce a Madrid dove diventa allievo di Juan Carreno de Miranda, e dove gli è possibile studiare con Antonio de Pereda. Tra il 1656 e 1659 lavora sia in Burgos e Valladolid, poi si trasferisce definitivamente a Madrid nel 1660. Ha lavorato soprattutto su soggetti religiosi e nature morte. Il suo stile preferiva scenografie tetre e scure. La sua tavolozza possiede colori caldi e le sue composizioni mostrano una particolare eleganza. Morì giovane, a quaranta anni, per cui i suoi lavori non riuscirono ad avere una giusta fama. Gran parte di essi può essere visto nel Museo del Prado di Madrid e al Museo de Burgos.